Regia di Ari Aster vedi scheda film
Ben girato, musicato e interpretato, questo dramma horror che vive di atmosfere cupe e morbose e di alcuni imprevedibili colpi di scena che tengono alta la curiosità fino alla fine.
Intriga e avvince lentamente quest’ipnotica opera prima del giovane regista statunitense Ari Aster, reputata dalla critica uno dei migliori film horror della stagione 2018.
La trama in effetti va dipanandosi con gradualità e imbocca dei sentieri imprevedibili, soffermandosi sul puro dramma nella prima parte, per poi attingere al paranormale e sfociare in un finale tanto enigmatico quanto inquietante e originale.
La storia ha inizio dalla difficile elaborazione di un lutto, quello dovuto alla perdita della madre anziana e malata da parte della protagonista Annie, donna emotivamente fragile, maniacale e introversa, che ha il volto della brava Toni Colette, particolarmente efficace nel ruolo, e molto convincente nel mostrare la progressiva discesa nella follia del suo personaggio. Annie aveva un rapporto conflittuale con la madre, per via della sua vena autoritaria, e altrettanto complesso è il suo rapporto con i due figli, l’adolescente svogliato Peter, da lei mai voluto, e la taciturna Charlie, poco incline alla vita sociale. Il marito Steve, uomo discreto e buono, è per lei figura di appoggio, anche se non sempre la comprende. La morte accidentale della figlia, in seguito ad un orribile incidente, precipita la donna in uno stato di profonda depressione che la induce ad avvicinarsi dapprima ad un gruppo di sostengo per il dolore, e poi all’oscuro mondo dell’occulto.
Oltre alle buone interpretazioni del cast e al minuzioso lavoro del reparto sonoro, che sottolinea e amplifica la tensione di alcuni momenti, particolarmente riuscito è il continuo alternarsi di prospettive tra finzione e realtà, realizzato con l’espediente dell’uso dei modellini costruiti dalla protagonista, che rispecchiano vicende già accadute o prossime al realizzarsi. Ben dosato anche l’uso di violenza ed effetti scenici, con il prevalere di una costruzione più psicologica che visiva della paura. Il finale certo lascia spiazzati, eppure è anche uno dei principali punti a favore della pellicola.
Per gli appassionati del genere la visione è sicuramente consigliata.
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