Regia di Ari Aster vedi scheda film
"Hereditary" è il primo lungometraggio di Ari Aster, quello con cui si è svelato al mondo del Cinema, che in soli tre film, questo compreso, lo sta consacrando fra i migliori registi emergenti, avendo solo 37 anni. Lo fa con un horror decisamente ben riuscito, solido e corposo, Cinema che occupa ogni minuto delle due ore di visione. Attori non famosissimi ma bravi e storia che, specialmente nella prima ora, va via robusta, forte, dove l'horror è ancora in soffitta, se così si può dire, ed esce solo a lampi feroci. Pare un dramma familiare, una lenta discesa nella follia. Quando poi scatta il meccanismo spiritistico, che di spiriti si tratta alla fin fine, il film accelera e diventa più normale, anche se l'inventiva di Aster, anche nell'uso della macchina da presa, lo mantiene su un buon livello, pur faticando un po' a districare corpi, decapitazioni e rimandi infernali, assemblando un finale un po' confuso, poco chiaro. Poco importa, perché la visione non perde tensione, soprattutto perché viene costruita molto bene nella prima ora, e alla fine è un ottimo prodotto di genere, che ha quel qualcosa in più, che Aster sfodererà nel successivo "Midsommar", per me più riuscito. L'asticella, ora, è più alta con il nuovo film, "Beau", con Joaquin Phoenix, ma avremo modo di parlarne. "Hereditary" è un bell'esordio.
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