Regia di John Carpenter vedi scheda film
Sequel che ha come unico scopo quello di ricontestualizzare il primo capitolo alle prospettive più catastrofiste del ventunesimo secolo. La struttura e le situazioni sono sostanzialmente le stesse, ma esasperate: l'indecisione sul cosa sia meglio fra La Mecca del crimine ed il mondo esterno (che nel film precedente era data più dalle conclusioni finali) diventa estremamente tangibile con l'introduzione della teocrazia, il "villain" non è un delinquente che ha colto l'occasione per scappare di prigione ma un vero e proprio capo rivoluzionario, sulla figlia del presidente non viene detto che non sia importante salvarla ma che debba essere uccisa come peccatrice e traditrice, e l'oggetto da riportare all'ovile più che un deterrente di pace è un un vaso di Pandora scoperchiato per la società tecnocratica. Particolarmente inquietante (ed efficacie) è poi la stoccata allo star system hollywoodiano col Campbell chirurgo plastico folle. Naturalmente, per quanto diverse invenzioni visive tentino di prendere le distanze dall'originale, il sapore di già visto si sente e qualche momento kitch forse poteva essere evitato (il surf sullo tsunami, Pam Grier transgender...), ma se un film d'azione così divertente (ed intelligente...) uscisse oggi lo considererei quasi un miracolo.
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