Espandi menu
cerca
Fuga da Los Angeles

Regia di John Carpenter vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Immorale

Immorale

Iscritto dal 10 agosto 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 120
  • Post 39
  • Recensioni 399
  • Playlist 20
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Fuga da Los Angeles

di Immorale
8 stelle

La città di Los Angeles, a causa di un devastante terremoto,  è diventata un’isola. Il caos e l’anarchia serpeggiano ovunque. Un teocrate senza scrupoli è diventato presidente degli Stati Uniti d’America. Sua figlia, innamorata del terrorista Cuervo Jones, si è rifugiata sull’isola rubando un’arma/telecomando formidabile. Insomma, it’s time for Snake…




John Carpenter torna sul luogo del delitto e rispolvera una delle icone del suo cinema e degli anni 80; l’anarchico, bastardo e ghignante ex-soldato interpretato dal monumentale Kurt Russell, un po’ appesantito ma completamente a suo agio con la benda nera sull’occhio. Il regista, duole dirlo, non è al suo meglio e l’omogeneità dell’opera ne risente, pur non mancando momenti esaltanti e graffianti innaffiati, come di consueto, dalla sua verve iconoclasta, in questo caso focalizzata sull’ex città degli angeli e sui suoi corrotti (reali) usi ed abitanti. Perché nessuno si salva dallo sguardo sprezzante e dal sibilo animalesco dell’imperturbabile vendicatore semi-bendato, sovversivo vessillo cinematografico del grande regista statunitense. Lo si può vedere avere a che fare con tribù di Beverly Hills dedite alla chirurgia estetica estrema, sempre alla ricerca di tessuti freschi e tonici, e con il loro chirurgo capo (un divertito ed irriconoscibile Bruce Campbell) oppure fare surf nei canali cittadini, sparare battutacce e vincere sfide mortali in campi da basket/arene gladiatorie e, infine, fumarsi una sigaretta stropicciata, sempre con il sua espressione corrucciata e sprezzante che sembra dire: io sono una merda ma voi siete pazzi. Gli altri attori presenti nella pellicola fanno la loro parte, senza infamia e senza lode (tranne la Golino, completamente superflua), a parte l’ottima prova del compianto Cliff Robertson nei panni del bieco Presidente moralizzatore, con la sua recitazione secca e sicura, caratterizzata dai repentini movimenti della sua mascella quadrata e dall’onnipresente ghigno sordido. In conclusione, il cervello direbbe tre stelle ma il cuore mi suggerisce di rispondere come facevo da giovinetto, in quel di Guidonia, al salumiere di fiducia (di mia madre) al quale ordinavo i proverbiali tre etti di affettati e che, puntualmente, mi diceva: “Sarebbero quattro, che faccio lascio ?”-  “e lascia, lascia…..”.

 

Sulla trama

Oscura.

Su John Carpenter

Buona.

Su Kurt Russell

Sardonico.

Su Stacy Keach

Militaresco.

Su Steve Buscemi

Inaffidabile.

Su Cliff Robertson

Ottimo.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. Baliverna
    di Baliverna

    Secondo me "Fuga da New York" è un capolavoro, che mi rivedo ogni tanto. Questo, però, con tutta la buona volontà, mi è sembrato di molto inferiore: c'è un'altra atmosfera, troppe parole, troppa azione. Ci sono belle scene e buone idee qua e là, ma secondo me siamo lontani dal primo film. In un certo senso siamo d'accordo.
    Bello, comuqnue, l'aneddoto del salumiere. Non ne ho mai visto uno che avesse detto di averne messo un po' di meno.

  3. Immorale
    di Immorale

    D'accordissimo, fuga da NY e' un altro pianeta ma l'affetto che provo per il personaggio ha spinto il voto verso l'alto...l'aneddoto del salumiere e' ormai un classico da commedia all'italiana, soprattutto nella zona di Roma.

  4. Indy68
    di Indy68

    concordo anch'io con le 4 stelle. ma del resto c'è qualche opera di Carpenter che ne merita meno di 4? ;)

  5. Immorale
    di Immorale

    Domanda con risposta autoinclusa :-)

  6. Indy68
    di Indy68

    'nfatti...:)

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati