Regia di Jean-Pierre Blanc vedi scheda film
Il titolo italiano è già abbastanza eloquente per gettare l’ombra della patacca su questo filmino francese veramente privo di spunti di interesse e di difficile catalogazione in un genere poichè non è un dramma e neanche una commedia oltre al fatto che le venature di surrealismo evidenziate non possono neanche definirsi tali per la rozzezza della loro messa in scena.
La macchinosa storiella vede il viaggiatore Philippe Noiret (sprecato) fermarsi in una stazione balneare tipo Saint Tropez per un guasto alla vettura, nell’albergo conosce una solitaria e taciturna signora interpretata da Annie Girardot con scarsa applicazione visto che il regista deve averla annoiata a morte facendole ripetere all’infinito la scena in cui questo piatto personaggio si cambia il costume in spiaggia sotto una lunga palandrana fino al punto che lo spettatore vorrebbe chiederle “Ma perché non metti il costume in camera?” e proprio in quell’istante la domanda le viene posta da Noiret, il momento più alto di tutta la pellicola.
I dialoghi fra i due protagonisti sono spesso pensati e poi parlati, parlati e ripensati in un altro espediente narrativo agghiacciante del regista che ha preso anche un premio per questo suo lavoro! Io mi domando se in gara con lui non ci fossero Jimmy il fenomeno con il suo home movie autobiografico e Alexsandr Soukrov con Storia di un sonnifero perché veramente un film mal scritto mal diretto e male inquadrato come questo era parecchio che non lo vedevo.
Intorno ai protagonisti ruotano una pletora di strani personaggi fra cui un Michael Lonsdale vagamente inquietante che ha una moglie in stile Padre Pio con le stimmate ai piedi a metà fra uno zombie e una martire, Maria Schneider che non dice una parola ed è accompagnata da un’altra tipa che si vede appena in apertura di film e nel finale appiccicato con lo sputo ……boooh?
Il direttore dell’albergo è un altro personaggio inclassificabile che si aggiunge alla lista di soggetti indefinibili e allora voi vi domanderete questa stella nel giudizio per chi è?
Ovviamente per la divina e meravigliosa Marthe Keller, bella e stuzzicante definisce bene la cameriera che porta la colazione in camera provocando spesso Noiret, donna meravigliosa e grande attrice che si impegna anche in una operazione professionalmente inqualificabile come questa.
La cosa che mi ha inquietato maggiormente è che il film condivide una suddivisione in capitoli con l’immenso “Domenica maledetta domenica”, le didascalie infatti segnano i giorni da domenica a domenica, ma c’è un altro grado di separazione con un altro film interpretato dalla coppia Noiret e Girardot intitolato “La Mandarina” che è all’opposto di questo mostriciattolo scaturito dalla tarda nouvelle vogue: nel film di Molinaro infatti gli attori recitano da par loro in una commedia romantica ben scritta che come nel sopracitato film di Schlesinger vede la presenza di un affascinante Murray Head.
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