Regia di Richard Lester vedi scheda film
Il regista americano Lester, già autore dei film dei Beatles, s'ispira alle trame delle commedie plautine per imbastire una commedia-musical che è piuttosto buffa, ma denuncia oggi, a 38 anni dalla sua uscita tutti i limiti dell'operazione. La vita di Roma si direbbe che sia ben ricostruita, ed alcune battute sono francamente divertenti ("mio padre si rivolterà nella tomba per questo" dice il servo Hysterius costretto a fingersi donna; "ma se è ancora vivo!" ribatte Pseudolus; "questo lo ucciderà!" conclude il primo), ma l'insieme sa di commediola vecchio stampo e quello che non regge è il fatto che si tratti della parodia di una parodia e l'inevitabile corsa finale delle bighe pare davvero un pleonasmo. Cosa c'è di eccezionale in questo film è la prova di alcuni attori, specialmente dello straordinario Zero Mostel, un attore la cui faccia sembra di per sé una maschera della commedia plautina. Molto bravo anche il tenutario del bordello Phil Silvers, mentre Leon Greene interpreta il centurione Miles Gloriosus (che nell'omonima commedia di Plauto si chiamava Pirgopolinice) con idoneo spirito rodomontesco. Il vecchio Buster Keaton fa una semplice comparsata ed interpreta l'unico personaggio del film che non fa ridere per niente.
Il giovane Hero, figlio del patrizio Senex, s'innamora della vergine Philia, promessa dal lenone Marcus Lycus alle voglie dell'irascibile centurione Miles Gloriosus. Per ottenere la libertà, lo schiavo Pseudolus s'impegna a far realizzare il sogno d'amore di Hero.
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