Regia di Fede Alvarez vedi scheda film
13° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - SELEZIONE UFFICIALE
Dopo il remake Usa del primo cine-adattamento della fortunata saga noir dello scrittore e giornalista svedese prematuramente scomparso Stieg Larsson, si passa direttamente al quarto libro: quello che Larsson riuscì solo a pensare per vie di massima, non riuscendo che a scriverne una bozza prima di finire prematuramente vittima della sua precoce fine. L'opera scritta fu proseguita dal collega David Lagercrantz, che riprende personaggi e stili, accentuando la tendenza di Larsson ad occuparsi soprattutto della sua "cocchina" preferita, la piccola ma dinamica, bisessuale ed irrefrenabile Lisbeth Salander, riducendo il secondo protagonista Mikael Blomkvist ad uno yes.man fantoccio ed impersonale, e praticamente rendendo la terza figura, quella della capo-redattrice amante di quest'ultimo, una semplice, fugace, pallida apparizione.
Una co-produzione statunitense che guarda al globo, con la regia dell'uruguaiano tosto Fede Alvarez, tecnicamente molto bravo, ambientazione scandinava, con la Lisbeth in lotta contro cyber-criminali e con un suo passato familiare che torna sotto forma della sorella malvagia erroneamente creduta morta da bambina.
Non male nemmeno la nuova protagonista, Claire Foy, piccolina in conformità alle caratteristiche del personaggio, qui alle prese con ogni tipo di situazione paradossale al limite dell'avveniristico: una James Bond-donna in tuta di lattice, che vive facendosi forza del proprio spirito battagliero, salvo poi prendere svolte da mammolina tutta sentimento, a dir poco contraddittorie e poco convincenti.
Se il film tecnicamente funziona, molto meno per quanto riguarda la sostenibilità dei personaggi, a partire dalla stessa Lisbeth, tutta provocazioni e libertà di sensi, poi però legata a divieti censori da liceale pudica, e della storia, arrovellata e senza capo né coda per poter mai guadagnarsi la pura attenzione dello spettatore.
Pura operazione commerciale di marketing, che si sposta dalla carta stampata (o dall'e-book) allo schermo, rendendo ancora più palpabile il vuoto narrativo e la profondità trasparente dei personaggi che popolano la storia.
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