Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Dopo 4 anni Denzel Washington torna più in forma che mai per mettere un po' d'ordine a Boston, ma all'occorrenza va anche in trasferta, per esempio in Turchia. E per fare piazza pulita di rapitori, sicari, bulletti di quartiere, figli di papà e killer professionisti non esita a ricorrere ad armi bianche come carte di credito o teiere, quando non arriva a veri e propri lavoretti da alta macelleria, con squartamenti chirurgici. Il due volte premio Oscar impersona un ex agente della CIA che lavora come tassista per una compagnia tipo Uber, un vedovo al quale viene uccisa l'unica amica (Leo) che gli è rimasta. Rimessosi in pista per vendicare l'omicidio, il nostro va alla ricerca dei responsabili, professionisti che hanno simulato una rapina per uccidere la donna, ma che invece sono dei fuoriusciti dalla stessa CIA. Nel frattempo, questo giustiziere della notte 2.0 ha un bel da fare per evitare che anche un giovane disegnatore che abita nel suo condominio (Sanders) venga assoldato dalla malavita.
Antoine Fuqua dimostra ancora una volta di essere uno dei migliori registi di film d'azione di Hollywood: ritmo tesissimo, intreccio ben congegnato e un bel po' di effetti speciali per simulare l'arrivo di un tornado nel lungo sottofinale si combinano con il tratteggio intimista e tutto in chiaroscuri di questo eroe appartato, che legge Proust e si muove col passo felpato di chi vorrebbe sempre stare nell'ombra. Washington lo interpreta anche senza muovere un solo muscolo facciale che non sia quello degli occhi, mettendo la firma su un'ennesima prova maiuscola. Sicché il secondo capitolo di The equalizer - tratto da una serie tv degli anni '80 - è uno di quei che non fanno affatto rimpiangere il precedente, salvo esplicitare forse un po' troppo quegli aspetti misteriosi del personaggio così finemente lasciati in ombra nell'opera precedente.
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