Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Equalizer inteso come "livellatore", colui che ristabilisce i livelli, riportando equità quando la malvagità opprime la mitezza, colpendo chi ha commesso ingiustizie e dando sollievo alla parte soccombente.
Un nuovo "giustiziere della notte", dunque, non più il Bronson bianco anziano e stanco, ma ancora implacabile, bensi un non più giovane ma ancora aitante uono nero, poliziitto in congedo, perfetto per adeguarsi al politically correct: personalità dal grande istinto ispettivo e forte sensibilità ed esperienza nella ricostruzione di dinamiche e scene di crimini, al punto da sospettarsi presenza di doti da supereroe in stile Marvel. Come accade nel finale consolatorio della pellicola al giovane vicino di casa del nostro mito.
Un uomo non violento che adotta metodi risolutivi violentissimi, ma al solo scopo di dare una soluzione definitiva alle proprie indagini focalizzate a riportate giustizia, a riaggiustare equilibri che si perdono ogni volta che la parte violenta ed arrogante e prevaricatrice agisce ai danni di quella pacifica e tollerante.
Qui assistiamo ad un incipit indiavolato, quasi alla James Bond, su un treno diretto verso l'estremo oriente europeo, mentre l"Equalizer cerca di riportare a casa una bimba ostaggio di un padre violento e ricattatore.
Poi non ci vengono tenuti nascosti nemmeno ulteriori suoi interventi a favore o ai danni di persone che guarda un po' finiscono sul suo taxi, attivita' di pretesto che il nostro giustiziere utiluzza in modo strumentale alla sua nuova professione di giustiziere a tempo perso, intrapresa dopo la pensione da poliziotto della Cia.
Ma l'uccisione di una sua cara, anzi amata (ma di soli affetto fraterno) collega, lo spinge a trovare una breccia all'interno di una banda di ex colleghi corrotti ed assassini, spietati e risolutivi con chi cerca di smascherarli. Ma anche ad impegnarsi - con la stessa concentrazione e determinazione - a sgominare coloro che, villani, saccheggiano impuniti le aiuole con le verdure amorevolmente coltivate dalla mite vicina di casa di origine musulmana.
Ci mancava più solo il bulletto nero che si sforza di non farsi traviare dalle tentazioni della vita da ghetto propria del quartiere povero che ospita i nostri personaggi, ed ecco che la macedonia di action e buoni sentimrenti è pronta per consumo veloce e frettoloso da blockbuster sequenziale trangugia e dimentica. Un regista di razza dovrebbe saper evitare certi ricatti commerciali.
Che poi Fuqua dimostra mestiere e competenza, e dirige con consumato mestiere, se non proprio stile e senso del ritmo: ma si circonda di sceneggiature sempre più bolse e ad accumulo, in cui nulla frena la foga narrativa incauta degli autori, capaci di inserire un regolamento dei conti finale nell'epicentro di una tempesta con mareggiata e tornadi all'orizzonte, senza porsi il minimo problema di plausibilità ed ostentando un indolente sfruttamento di troppe combinazioni fortuite, per non destare concreti sospetti di eccessiva, corrotta e subdola macchinosita' narrativa. Mah.... davvero senza perdono....
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