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Ovunque proteggimi

Regia di Bonifacio Angius vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ovunque proteggimi

di pippus
8 stelle

TFF 36  Festa Mobile.

Le due parole troneggiano sulla plancia del pick up incise su una di quelle targhette “mistiche” tanto in voga negli anni 60/70: “Ovunque Proteggimi”!

E in effetti Alessandro avrebbe proprio bisogno di protezione, in particolare nei confronti di se stesso!

 

E’ emozionante quando, prima della proiezione di un film, sul palco viene proposto lo staff al completo: regista, attori, sceneggiatori, costumisti, operatori ecc. Ci si sintonizza maggiormente con i protagonisti vedendoli de visu, al netto delle specifiche interpretazioni che di li a poco, potenza del cinema, opereranno la magica trasformazione.

 

Alessandro Gazale

Ovunque proteggimi (2018): Alessandro Gazale

Bonifacio Angius alla sua terza performance gioca in casa, anzi, in famiglia, ottimizzando il risultato attraverso il feeling con Francesca e Antonio (rispettivamente moglie e figlio del regista nella vita) e avvalorandolo attraverso l’eccellente e affiatato cast (rigorosamente sardo) perfettamente a proprio agio con le locations della vicenda.

La storia è quella di Alessandro, cinquantenne fuori dagli schemi, la cui aria trasandata, capelli lunghi brizzolati e barba disordinata, non parrebbe troppo avvezza al raziocinio e alla sobrietà. Forte di una lucente camicia da rockettaro ereditata dal padre, canta in un gruppo folk ma, come a volte succede in questi casi, alcool e slot gli hanno ormai infettato le sinapsi. La conseguente scarsa affidabilità nei suoi confronti esaspera il suo non più giovane fisarmonicista Gavino, il quale, adducendo scuse legate al cagionevole stato di salute della moglie, annulla le future esibizioni e di fatto scioglie il gruppo.

Se prima questo sottile filo, seppur teso ed oscillante, era sufficiente a impedirgli eccessivi sbandamenti, ora l’alienazione seguita all’abbandono scioglie le briglie a cui erano ancorate le ormai flebili inibizioni. Il gruppo rappresentava un'icona del mondo, e Gavino non solo ne era parte essenziale ma, da quando la patente di Alessandro si era dissolta nell’alcool, costituiva l’automunito angelo custode indispensabile per evitare la deriva e conseguente affossamento.

Il nuovo film di Angius, attraverso una sceneggiatura oltremodo eccellente (e una bravura, direi, spontanea e naturale dei protagonisti) permea lo spettatore di quel profondo malessere che sempre accompagna la vita dei soggetti deboli. E Alessandro è per eccellenza un soggetto debole nel quale, come non di rado accade, questa resilienza si trasforma a volte in bieca prepotenza. Ne è consapevole ma non dispone dell’energia esistenziale necessaria per reagire, sperpera il poco denaro in suo possesso con le slot, beve un cocktail dopo l’altro e manifesta atteggiamenti sprezzanti con chiunque tenti di aiutarlo, barista e conoscenti compresi. Fino a quando arriva, e non è la prima volta, la goccia che fa traboccare il vaso! In sequenza: alcool in quantità ben oltre la prova palloncino, ragazze disinibite per le quali occorre denaro, tasche vuote e relativa richiesta alla mamma (con cui convive) di provvedere a riempirle, rifiuto da parte della mamma e conseguenti vandalismi in casa, arrivo delle forze dell’ordine e inevitabile T.S.O. ospedaliero! Bel colpo, la sorte nelle vesti dell’anziana madre gli ha procurato il biglietto per un nuovo “giro in giostra”! E che giro, al confronto quello di Terzani era stata una passeggiata! Un ottovolante atto a incrementare l’entropia del sistema affinché l’empatia tra uno scapestrato del suo calibro e l’insperata “novità” (Francesca) potesse finalmente sortire l’altrettanto insperata riabilitazione finale!

La new entry è costituita da un’ospite del repartino dove le forze dell’ordine hanno ricoverato Alessandro: Francesca! La simpatica ragazza non è certo immacolata, anzi, il suo “curriculum” non sfigura di fronte a quello di Alessandro, cambia solo uno degli elementi eziologici, ovvero stupefacenti invece dell’alcool. Questa realtà, in abbinamento a un non proprio pacato modo di porsi, le è costata il ricovero con relativa ingiunzione di affido del figlioletto Antonio presso un’apposita struttura di Cagliari. Sarà proprio l’istintivo legame materno la base dell’input necessario per affrancarsi dal malsano status in cui sta precipitando e, in questo proposito, sarà nodale la figura di Alessandro il quale, forte del progressivo legame affettivo che in lui sta nascendo, coadiuverà (a suo modo, ovvero non sempre discernendo ciò che è eticamente corretto da ciò che lo è un po' meno ) le di lei apparentemente scellerate intenzioni, addivenendo, con nostro grande stupore, a un’insperata quanto risolutiva complementarietà dei due protagonisti nelle fasi conclusive!

Alessandro Gazale, Francesca Niedda

Ovunque proteggimi (2018): Alessandro Gazale, Francesca Niedda

 

   Breve parentesi:

Bene, ora qui giunto non posso fare a meno di spoilerare (seppur non nei dettagli) piuttosto “pesantemente”, quindi inviterei il lettore a ponderare attentamente, qualora nutra speranze di vedere il film (invero distribuito col contagocce come, purtroppo, non di rado capita), se proseguire nella lettura oppure rinviare le ultime battute a data da destinarsi.

 

   Già in quanto noi, ormai giunti ai nove decimi della pellicola, avevamo collocato Alessandro in una posizione ben precisa della scala sociale, eravamo ormai esenti da dubbi sull’archetipo che Angius ci volesse proporre con tanta dovizia di particolari!

E invece? Agnizione piazzata in extremis! E ben ci sta, miscredenti che siamo, sempre pronti in alcuni contesti a schedare il prossimo ponendolo senza remore e irreversibilmente nel girone degli irrecuperabili!

Alessandro irascibile, collerico, ubriacone e inaffidabile ...rivela una qualità, ovvero una generosità d’animo che lui in primis non sapeva di possedere, ma la recondita circostanza per palesarla è lì, tangibilmente delineata da quella donna con il suo bambino! E lui è pronto a sacrificarsi temporaneamente, o almeno così spera, ma quanto basta per risolvere l'impasse.

 

Opera non solo scevra da ogni eccesso didascalico, ma assolutamente credibile nella ricostruzione di quelle realtà non così rare negli indifferenti attuali schemi sociali. Quindi grazie Angius per questa riuscita lezione di vita, di questi tempi ci potrebbe tornare utile anche in altre circostanze, magari meno tragiche ma altrettanto drammatiche!

 

P.s. spiace solo per il pick up del povero Gavino. Gli era stata promessa la restituzione per le 17,30, purtroppo dovrà attendere un po’ di più. Se ne farà una ragione, cosciente di essere stato colto con le mani nella marmellata preparata con l’imbarazzante farsa da lui stesso precedentemente ordita.

 

 

 

 

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