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Copia originale

Regia di Marielle Heller vedi scheda film

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La recensione su Copia originale

di Furetto60
7 stelle

Storia vera, tratta dall'autobiografia della scrittrice Lee Israel. Ottime le prove attoriali

Siamo a New York, nel 1991, Lee Israel, personaggio realmente esistito e non di fantasia, interpretato magistralmente da Melissa McCarthy, è una misantropa alcolizzata, ha un grande talento letterario,ma un po' in declino, i suoi libri non si vendono più, è un tipo bislacco, veste male e ha un pessimo carattere. Viene licenziata perché sul posto di lavoro bivacca, beve, fuma e risponde anche male, a chi la riprende, si ritrova sola e senza il becco di un quattrino. Due lettere di Fanny Brice, rinvenute per caso in un libro di una biblioteca e vendute a 75 dollari, le suggeriscono la grande idea. Biografa talentuosa, mette a frutto la sua conoscenza della materia e il suo talento di scrittrice. Seduta alla macchina da scrivere compone finte lettere di grandi autori scomparsi, per poi venderle ai librai, che a loro volta le rivendono ai collezionisti. Aiutata dopo un po', da Jack Hock, un omossessuale erotomane, dagli occhi azzurri e i denti sbiancati, amico fanfarone, disincantato, ed eccessivo, ma che sopporta Lee e ha classe, anche nella miseria più nera. Lee diventa una falsificatrice seriale riuscendo così a pagare affitto, bollette e cure veterinarie per il suo unico amico: un micio. Ma è chiaro che tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. il suo nome entra in una “black-list. L’FBI è sulle sue tracce e lei dopo qualche traversia viene arrestata

Il film di Marielle Heller tratto dalla sua autobiografia, racconta la vita di una donna, alienata rispetto al contesto, che non trova il suo posto in un mondo che sta cambiando troppo in fretta, in una città dove chiudono le librerie e aprono gli Starbucks. Lee Israel è depressa e in difficoltà, vive in una casa fatiscente e sporca, insomma è alla deriva, ed è a questo punto che decide di fingersi qualcun'altra, rimanendo incredibilmente sé stessa. Perché le personalità celebri che simula così bene nelle sue lettere, condividono con lei il carattere sprezzante e scorbutico ma anche l'ingegno, Lee Israel è una persona scostante, che non interessa alla gente e alla quale d'altra parte, non interessa la gente
Molti film americani hanno il loro topico epilogo in tribunale dove il pathos raggiunge l’acme. Iniziando con un contrito “vostro onore”, il protagonista illustra davanti alla corte le sue “ragioni” l’istituzione diventa un luogo al contempo pubblico e privato “
Copia Originale non è un legal movie, ma è in quell’aula di tribunale, che ci svela il carattere di un personaggio altrimenti nebuloso, con il quale finalmente simpatizziamo, che ci racconta le sue debolezze, invocando un perdono “retorico” davanti al giudice, parla a cuore aperto, in un discorso toccante in cui ammette di aver cominciato quest’attività illegale, per pagare le spese veterinarie al suo gatto malato, l’unico essere vivente che le volesse davvero bene.Un monologo sincero e appassionato,che termina con la rassegnata accettazione della pena, qualunque essa sia. La scrittrice Lee Israel, farà soltanto cinque mesi ai domiciliari e cinque anni con la condizionale, ma sarà costretta a risarcire le vittime delle sue frodi, facendo quello che sa fare: scrivere, ma stavolta raccontando se stessa.
La sua storia, con poche modifiche di sceneggiatura, giunge sul grande schermo e il film entra nell’ambito di un certo cinema rétro contemporaneo, che ripensa un tempo perduto con collezionistica nostalgia e a come i grandi intellettuali  newyorkesi siano caduti nell’inganno delle falsificazioni di Israel, per ingenuità ma soprattutto per quell’ossessivo e insano desiderio di tenere in vita un autore del passato, tramite i suoi immaginari carteggi. Film solido e ben interpretato

 

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