Regia di Marielle Heller vedi scheda film
vale la pena di essere vista perché storia verissima e dal ritmo incalzante
La scrittrice Lee Israel era in vita tanto odiosa come la Melissa McCarthy che la interpreta sul grande schermo? Chi l’ha realmente conosciuta è pronto a dire senza tema di smentita di sì e ad affermare che l’attrice comica originaria di Plainfield abbia saputo impersonarla come meglio non si poteva. Odiosa e al tempo stesso terribilmente sola e legata esclusivamente al suo fido gatto che accudiva come un figlio. La pellicola ci sa restituire il mondo di un’autrice che ruota da sempre nel campo dell’editoria ma che a causa di un carattere impossibile, e di una vena artistica che ormai latita da tempo, non riesce più a trovare un modo per guadagnarsi da vivere. Il mondo di Lee è anche quello che gira attorno alle librerie antiquarie e che grazie a queste gli permetterà di ricominciare a guadagnare nel mentre che consuma numerosi bourbon ini bar di quart’ordine in compagnia del suo (quasi) amico, ma sicuro approfittatore, Jack Hancock; un Richard Grant in grado di muoversi fin troppo bene nel ruolo di un pusher senza casa e incapace di qualunque moralità al punto di trovarsi candidato alla statuetta Oscar come miglior attore non protagonista. La fotografia di Brandon Trost ci riesce a restituire una New York intravista solamente in rare occasioni e attraverso le sapienti inquadrature viste nelle pellicole di Woody Allen e il risultato finale è anche molto attuale a causa della guerra a tutto campo che si combatte nel tentativo di smascherare possibili false notizie, rappresentando al tempo stesso uno scorcio sulla vita depravata e sconfitta di un’antieroina dei nostri giorni che però ha saputo rimediare a tutto quello che aveva guadagnato illegalmente. Oltre a Grant il film dell’eclettica scrittrice e regista Marielle Heller, nota per aver diretto Diario di una teenager e per aver partecipato in veste di attrice a La preda perfetta ha saputo imporsi e candidarsi alla notte degli Oscar sia in termini di sceneggiatura non originale; scritta a quattro mani da Nicole Holofcener e Jeff Whitty e basata sulle memorie della stessa Lee Israel, sia nella categoria di migliore attrice protagonista, grazie alle indubbie qualità di un’eccezionale Melissa McCarthy.
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