Regia di Marielle Heller vedi scheda film
Ex-autrice di biografie in perenne fase di blocco dello scrittore, licenziata dall'ultimo lavoro a causa del suo “caratteraccio”, mentre l'inverno incombe sulla grigia periferia di New York deve trovare un metodo per sbarcare il lunario e pagare l'affitto. Comincia pertanto a mettere a frutto alcune sue abilità letterarie in maniera non proprio ortodossa...
Tratto dall'autobiografia di Lee Izrael pubblicata negli anni '90, il film è un omaggio alla New York come contenitore di uno dei tanti racconti della vita che questa città riesce a ispirare e produrre, mentre ci parla del tramonto delle illusioni giovanili, dell'età che incombe e della solitudine, della precarietà lavorativa e del destino della letteratura (indimenticabile il pamphlet su Tom Clancy).
Il film scorre piacevolmente sia quando vuole disegnare i tratti misantropici della protagonista sia quando si ammanta di un pizzico di spy-story e si avventura sul sentiero del thriller.
Ma sono soprattutto gli ottimi interpreti, Melissa McCarthy e Richard E. Grant, a rendere importante quest'opera, con la loro recitazione emotiva e con la loro stessa fisicità, mentre su tutto il film aleggia una malinconia legata a certi pezzi jazz di sottofondo e alle tante fotografia in ocra (oltre che alle stesse lettere di personaggi che non ci sono più) a ricordare un tempo, ormai passato, in cui forse avevamo riposto troppe speranze e illusioni.
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