Regia di Mark Robson vedi scheda film
Horror avventuroso in trasferta ellenica, è un classico esempio di produzione low budget di Val Lewton per la RKO che riverdisce i fasti di un negletto folklore esotico legato al mito del vampiro quale pretesto per il solito thriller psicologico fatto di atmosfere minacciose e latenti pulsioni misogine.
Accompagnato da un reporter americano inviato durante la Prima Guerra Balcanica, un generale greco si reca in visita presso la tomba della moglie morta anni prima e sepolta in una piccola isoletta prospiciente il fronte. Qui i due vengono accolti da una variegata compagine di residenti alle attendenze di un archeologo svizzero studioso di antichità elleniche. Un misterioso morbo e le locali superstizioni sulla demoniaca creatura che lo causerebbe però, finiscono per bloccare i due sull'isola, costringendoli alla forzata convivenza di una prolungata e pericolosa quarantena.
Isle of the Dead (1945): Locandina
Diretto da Mark Robson alla sua quinta regia questa produzione RKO sotto l'egida inconfondibile del grande Val Lewton (Il bacio della pantera 1942 - Ho camminato con uno zombi 1943), questo horror avventuroso in trasferta ellenica è un classico esempio di produzione low budget che riverdisce i fasti di un negletto folklore legato al mito del vampiro quale pretesto per il solito thriller psicologico fatto di atmosfere minacciose e latenti pulsioni misogine. Basato sul fondamentale contributo di un bianco e nero che esalti il contrasto tra la razionalità del giorno e degli uomini di scienza dalla tetra oscurità della notte e delle arcaiche superstizioni sepolcrali, il film sviluppa il suo maggior contributo nel suggerire un climax di ambiguità e di sospetto che derivi dal prevalere delle seconde sulle prime, agitando lo spauracchio di una mortale pandemia che, laddove non si riesca a contrastare con l'igiene e i rimedi della scienza medica, reclami la solita 'caccia alla strega' ed il ricorso a cruenti rituali sacrificali. Sebbene sia uno dei pochi esempi cinematografici che facciano riferimento al mito del Vrycolacas (Brucolaco) con tanto di citazione legata alla sua diffusione durante la Guerra Bancanica ed alle sue manifestazioni esoteriche sotto forma di un misterioso aumento della morbilità (tratto comune alle interpretazioni anche moderne sul persistere del mito del vampiro nelle società occidentali), è in realtà un modesto esempio di horror gotico che alterna il pauperismo scenografico di fondali posticci all'esilità di un plot che contamina Agatha Christie (Dieci piccoli indiani) con E.A.Poe (La sepoltura prematura) conferendogli una nota esotica nella immancabile sottotrama sentimentale tra il prestante reporter yankee e la tenebrosa maliarda autoctona. Il bene, va da sè, non potrà che spuntarla all'alba del nuovo giorno. Pertecipazione d'ordinaza per un Boris Karloff riccioluto e incupito e particolare risalto per la folgorante bellezza di una giovanissima Ellen Drew. Nomination all' Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films 2006 per i film in DVD della The Val Lewton Collection cui sono stati preferiti quelli della The Bela Lugosi Collection. Il cosidetto gusto per l'orrido non si discute.
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