Regia di Gary Nelson vedi scheda film
Eccoci qui alle prese con una pellicola prodotta dalla Walt Disney e demolita, in parte ingiustamente, dalla critica e soprattutto dal pubblico. Non mancano, infatti, grossi difetti, ma neppure si può omettere la presenza di gustosissimi e curati aspetti positivi. Analizziamo il tutto in dettaglio partendo dai lati negativi. Il principale difetto risiede nella scarna e ultra diluita sceneggiatura (voto: 5) che, oltre ad essere “leggerina”, rende piuttosto noiosa tutta la prima parte in cui non succede niente di rilevante. Meglio il secondo tempo in cui si passa ad un azione in parte, xò, deludente visto che i robot costruiti dal malvagio e geniale scienziato con la fissazione del “buco nero” cadono come mosche senza opporre valide resistenze (eccezion fatta x Maximillian). Non indovinata la scelta di cavalcare i successi di “Star Wars” scimiottandone vari punti e in un modo poco convincente a partire dalla fisionomia e dai movimenti dei robot che, seppur simpatici, si rivelano macchinosi e tutt’altro che futuristici. Intollerabile, poi, il fatto di dare ai robots un atteggiamento comportamentale umano con tanto di espressioni e di atteggiamenti variabili a seconda del loro umore (ci sono robot sentimentali, altri permalosi, altri che tradiscono i loro programmatore xkè sono in disaccordo con la sua politica e via dicendo). Questi sono le principali note dolenti di “Black Hole” che può xò contare su aspetti che riescono a sollevarlo dall’insufficienza. Notevoli, infatti, le scenografie (belle le sequenze girate dentro la serra) e soprattutto la fotografia (voto: 8+), specie nella parte finale dove predomina il colore rosso che contrasta con le tonalità cupe e bluastre della prima parte. Sicuramente buona la regia di Gary Nelson (voto: 7.5+), specie nell’ultima parte dove si dimostra particolarmente a suo agio (ottime le sequenze che seguono la caduta nel “buco nero”), eccellenti le musiche (voto: 8.5) di John Barry, memorabili, anche se un po’ criptici, gli ultimi 10-15 minuti di pellicola con una rappresentazione visionaria dell’inferno (così io l’ho interpretato) da annoverare nelle gallerie dei migliori film fantascientifici. Interpretazioni ordinarie con un Perkins che non riesce a tornare ai fasti di Psyco e con un Borgnine che probabilmente conquista la virtuale palma del migliore del cast. In definitiva, c’è aria di occasione sprecata e un taglio che probabilmente è stato preteso dai produttori x cercare di “vendere” il prodotto soprattutto agli adolescenti dell’epoca (oggi sotto questo punto di vista la pellicola risente un po’ del tempo), cmq sono presenti vari aspetti che un fanatico di sci-fi apprezzerà sicuramente. Divertente e vedibile x i super appassionati di fantascienza, gli altri si astengano. Voto: 6.5
Tra le migliori dei film fantascientifici: e bravo John Barry. Voto: 8.5
Regia ordinaria con ottimi momenti soprattutto concentrati nell’ultima parte dove si concede qualche virtuosismo. Voto: 7.5+
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