Regia di Claude Lelouch vedi scheda film
“La vita supera sempre la finzione” Con questo aforisma, falso nella sostanza in quanto siamo proprio in presenza di una invenzione, Claude Lelouch mette in opera una divertente commedia prendendo in esame diversi personaggi che si incrociano. si sfiorano, si concatenano fra loro, dando forma ad un racconto dove le vicissitudini della vita hanno un corso casuale, un destino, un karma a volte fortunato a volte meno, ma vitale e scorrevole. Il regista ama i suoi personaggi, al punto di esserne compiaciuto, gli mette in bocca altri aforismi discutibili, li fa vivere intensamente ed appassionatamente, con pregi e difetti realistici ed in parte si identifica con uno di questi, Benoit Blanche (interpretato, al suo primo lavoro cinematografico, da Bernard Tapie, discusso uomo politico francese) capitano di industria, deplorevole per il suo comportamento con le donne, ma per il resto grande espressione di vitalità dinamismo e simpatia, considerando che dalla sua attività ha ottenuto tutto. E’ il vero mattatore del film, a tutto credito verso il regista. Ben rappresentati anche Fabio Lini (Fabrice Luchini) nella parte di poliziotto ipocondricaco, capace, insoddisfatto, considerata la sua propensione a fare l’attore e che dalla vita non avuto grandi soddisfazioni. Il Professore Lerner (Pierre Ardit) gastroenterologo e la sua assistente dottoressa Nyet (Alessandra Martinez) vengono un po’ dipinti indulgentemente come strani medici dalla filosofia discutibile secondo cui se ad un paziente malato si dice che è sano, nel 50% dei casi la malattia si risolve, espressione di una medicina psicosomatica mai provata con sicurezza. La cercatrice di ricchi vedovi Anouk Aimee, appostatata al cimitero, con il suo passato charmé, è una figura secondaria, ma sicuramente divertente. Il cantante da strada, che per l’intervento di Blanche diventa un famoso personaggio della Sony. I due ragazzi innamorati, che, per impressionarsi a vicenda, dichiarano, falsamente, di ricoprire ruoli importanti nella vita, e che, dopo assillanti ricerche per potersi frequentare, si ritrovano sui campi da sci…. con le gambe rotte. Lelouch, dalle grandi capacità narrative, con sapiente e, diciamolo pure, mestiere, riesce a shakerare questo reticolo di personaggi dalla esistenza senza soste, affannosa, dai desideri, dalle speranze, dalle prospettive che la vita, ricca di sorprese e di proposte, offre loro. E lo fa con mano garbata e leggera, dando sapore ad una commedia sul filo della caduta di stile ed uscendone con onore. Scenografia decisamente buona e montaggio quasi perfetto oltre, una colonna sonora di Francis Lai, calzante, in cui brilla a voce di Charles Trenet con la canzone “La vie qui, va”. Vale la pena sottolineare un aforisma indovinato: per spiegare perché cinema americano ha più successo di quello francese, il regista fa dire”Il cinema americano racconta piccole storie perché ha grandi messi, il cinema francese racconta grandi storie con pochi mezzi”. Voto 7
Calzante, coinvolgente
Garbato e ricco d'inventiva offre una buona opera.dal sapore gradevole
Ottima interpretazione del poliziotto aspirante attore
Un mattatore anche se alla sua prima performance cinematocrafica e con un passato di torbido politico
Molto brava, molto ben diretta
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