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Miserere

Regia di Babis Makridis vedi scheda film

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La recensione su Miserere

di gaiart
8 stelle

Originalissimo script di Efthymis Filippou. Questo, che d’altro canto è lo stesso sceneggiatore di Lanthimos, deve avere dei seri traumi connessi a perdite e lutti, elaborati non del tutto o forse troppo, che lo rendono apotropaico in tutto quello che fa e trasferisce. Non a caso la critica lo ha premiato con il premio Fipresci al 36 TORINO FILM FE

LA PARTITA A SCACCHI

 

Originalissimo script di Efthymis Filippou. Questo, che d’altro canto è lo stesso sceneggiatore di Lanthimos, deve avere dei seri traumi connessi a perdite e lutti, elaborati non del tutto o forse troppo, che lo rendono apotropaico in tutto quello che fa e trasferisce. Non a caso la critica lo ha premiato con il premio Fipresci al 36 TORINO FILM FESTIVAL.

 

Questa pellicola sembra una partita a scacchi, dove la lentezza sfodera un'attesa per la prossima mossa con totale imperscrutabilità dell'avversario, qui attore. Si attende, si attende  intanto ci si crogiola nel pensiero, attivo o, in visioni catartiche, geometriche, architettoniche, plastiche. Quello che si offre a noi. Anche la cattiveria, la spietatezza, la disperazione, la mancanza di empatia verso il prossimo, verso il naufrago, non solo mediterraneo, ma anche spirituale - temi contemporanei e saldamente agguantati da questo film, utili come una tronco di legno nell'oceano.

Ricorda, per certi versi Foxtrot, non greco, ma israeleiano, paese comunque potente e denso come lo è la grecia, con lo stesso alert sulla morte, coadiuvato dalle stesse architetture organiche e biologiche - un ordine razionale che aiuta a sopravvivere.


Pity
è un sorprendente racconto di un uomo, un avvocato affermato (Yannis Drakopoulos), la cui moglie (Evi Saoulidou) va in coma e grazie a ciò egli vive in uno stato di benevolenza e pena del prossimo che forse finalmente, per la prima vota in vita sua, lo fa sentire presente agli occhi degli altri e amato.
Questa benevolenza non potrà durare per sempre, ma "l'enorme" personaggio ritratto farà in modo shakespiriano, misto a tragedia greca, tutta presente in questa pellicola teatrale, di farlo perdurare.


Lezioncina:

La pietà (dal latino: piet?s) è un sentimento che induce amore, compassione e rispetto per le altre persone.

Il significato attuale della parola pietà, cioè misericordia, non corrisponde al significato del termine da cui essa deriva: la pietas degli antichi era infatti la devozione religiosa, il sentimento d'amore patriottico e di rispetto verso la famiglia, oltre al valore intrinseco e gerarchico che essa rappresentava nel mondo ellenico.
Enea, ad esempio, veniva detto il pio perché era particolarmente devoto agli dèi e incarnava perfettamente i valori di rispetto dell'unità familiare. Qui l'atteggiamento "pietoso" dell'eroe troiano consiste nel rispetto dei valori: famiglia, patria e religione. 

Dalla pietas in poi, l'uomo ha sempre cercato di rappresentare il senso di compassione, Michelangelo docet, quindi questa intensa pellicola greca si inserisce in quel filone di ricerca e analisi su questo interessante sentimento e, il protagonista, ha molto dell'eroe traiano.

Se uniamo a questo dramma, una scenografia ordinatissima, attraente, glaciale come le facce, i costumi, gli eleganti interni, le luci che la abitano, degli scorci, visioni, come saltellanti vie di fuga dalla tragedia e dalla pesantezza, su estensioni marine mozzafiato: la Grecia, raggiungiamo l'acme di Pity che rivela e vela una potenza a cicli concentrici, sempre più lenti, svelanti e scioccanti.

Questo paese, si pensi all'Avranas di Miss violence, a tutto Lanthimos, sta fornendo da anni dei gioielli cinematografici e di vita, esempio di intelligenza e bellezza, potenza di anime savie e sofferenti, forti e carismatiche, eleganti e contraddittorie, come fu la Grecia del passato, fatta di storie, miti e ossimori, capi e magia.

Una reale perfezione. O una imperfezione irreale. Così è se vi pare!

 

 

 

 

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