Regia di Scott Hicks vedi scheda film
Dotato di un talento musicale impressionante, David Helfgott (interpretato da Alex Rafalowicz da bambino, Noah Taylor da adolescente e Geoffrey Rush da adulto) è un ragazzino australiano che vorrebbe vivere di musica. Sui suoi sogni incombe però l'autoritaria figura paterna (Armin Mueller-Stahl), che prima lo priva di opportunità eccezionali (andare negli States, dove David ha vinto una borsa di studio) e quindi lo mette di fronte all'aut-aut: o carriera o famiglia. David sceglie la prima e va a Londra, ma la sua fragile personalità si spezza sotto il peso della separazione dai famigliari e, durante una splendida esecuzione del terzo concerto di Rachmaninov, esplode una crisi di nervi che lo condurrà sul crinale dell'istituzionalizzazione psichiatrica. A riportarlo sulle scene, dopo un lungo periodo nel quale David viene allontanato dal pianoforte, saranno un'amica ed un'amante.
Ispirandosi ad una storia vera, che non ha mancato di suscitare polemiche circa l'effettivo talento del protagonista, l'australiano Scott Hicks ha scritto (con la collaborazione di Jan Sardi) un film di grande effetto, una di quelle opere che, inanellando ad uno ad uno i luoghi comuni del sentimentalismo, non possono che ottenere un largo consenso di pubblico (il protagonista ricorda il Daniel Day-Lewis de Il mio piede sinistro). Ma bisogna dare atto al regista, a dispetto della prevedibilità di molte delle situazioni del film - ampollose e romanzate - che le scene dei concerti, e su tutte quella del terzo concerto di Rachmaninov che è la scena-madre del film, sono girate con una sconcertante maestria. Oscar a Geoffrey Rush come migliore attore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta