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Momo

Regia di Johannes Schaaf vedi scheda film

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La recensione su Momo

di maso
4 stelle

 

"MOMO" è la trasposizione cinematografica di una favola non necessariamente per bambini di Michael Enede, autore di "La storia infinita", posto che i due romanzi sono completamente diversi nei contenuti e nell'ambientazione si può affermare che i film che ne sono stati tratti lo sono altrettanto per risultati artistici.

Scrivendo la sceneggiatura Enede pensava di contribuire alla realizzazione di un'opera superiore al film di Petersen di due anni prima che non rispettava la struttura del suo splendido romanzo e invece la versione di Petersen non solo riscosse un grande successo di pubblico più che giustificato ma è un film nettamente superiore a "MOMO" a dimostrazione che la pagina scritta è una cosa e la pellicola un'altra, sicuramente il talento di Petersen e il budget a disposizione hanno permesso tutto ciò ma il film di Schaaf segue troppo la traccia del libro senza tirare mai fuori un po' di farina dal proprio sacco, al contrario pullula di difetti, sfrutta male gli elementi a disposizione e si trascina a suon di sbadigli verso la fine emanando pochissime emozioni.

Radost Bokesl è tenera e pregevole nel ruolo della piccola Momo: una bambina vagabonda che porta la letizia in un paesino dove gli abitanti sfruttano male il loro tempo vivendo nell'amarezza oppressi dal lavoro; Momo ha invece tutto il tempo che vuole e riesce con la sua innocenza a intenerire grandi e piccini ma in agguato ci sono i signori in grigio, dei rappresentanti del tempo perduto della gente del quale si appropriano per creare i loro sigari vitali per non scomparire.

Momo con la sua innocenza mette a repentaglio l'esistenza degli uomini in grigio e per sconfiggerli dovrà farsi guidare dalla tartaruga Cassiopea e soprattutto dal signore del tempo Mastro Hora.

Il tema centrale della storia è appunto quello del tempo bruciato dalla responsabilità e dal dovere che intacca anche le ore di libertà durante le quali il pensiero dovrebbe essere privo di impurità per dedicarlo all'amore per il prossimo e i propri cari, gli uomini in grigio rappresentano appunto i cattivi pensieri e le preoccupazioni che vivono succhiando il tempo degli umani e proprio Momo che è uno spirito libero non subisce il loro influsso e cerca di farlo capire anche ai suoi amici che ne sono schiavi, purtroppo questo bel concetto si perde in una messa in scena fredda e priva di magia per non parlare della fotografia troppo sottoesposta nelle scene notturne.

La scenografia nel palazzo di Mastro Hora è lunica ad avere qualcosa di magico e l'attualizzazione a certa moda punk come nel personaggio del chitarrista l'ho trovata fuori luogo, gli effetti speciali sono macchinosi e suonano fasulli, anche se il ciack dura un secondo nella scena delle barbie giganti ho visto i fili dove scorrevano evidenziando la poca fantasia di Schaaf ed un regista che dimostra poca fantasia in un film fantasy o favola che dir si voglia fa male come una coltellata nella schiena.

Il cast internazionale è ricco ma mal amalgamato e per fortuna che la piccola protagonista è stata brava; molti attori italiani fra i quali un Ninetto Davoli abitudinario, Leopoldo Trieste sempre bravo e un commovente Francesco De Rosa validissimo anche nei pochi minuti a disposizione, gli uomini in grigio caricati a molla più il solito carismatico Houston nei panni di mastro Hora non bastano a sopprimere la noia.

Enede oltre a concedersi il cameo come passeggero del treno all'inizio avrebbe fatto meglio a trovarsi un regista con le palle piuttosto che imporre per filo e per segno il proprio libro, sotto questa prospettiva la sua storia appare anche brutta e pasticciata, io il libro non l'ho letto ma visto il film non ne sento proprio il bisogno.

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