Regia di Claudio Camarca vedi scheda film
Mentre durante il giorno sfottono i professori a scuola, di notte quattro diciottenni milanesi (Salerno, Chioatto, Bianchi e Fumagalli) riempiono la loro esistenza vuota con rapine, pestaggi ed omicidi, eliminando vecchie, omosessuali e barboni. Ovviamente il più ricco (Salerno) è anche il più efferato. Finale aperto, con la polizia che saprà fare giustizia di loro in un finale virtuale.
Le miserie del cinema italiano degli anni novanta messe brutalmente a nudo da gente come Camarca, regista assai più meschino di chi, per fare soldi dieci o vent'anni prima, mostrava culi e tette. Il sociologismo d'accatto qui si sposa con una lezione sulle cattive maniere, presieduta da un Michele Placido assolutamente pertinente nel ruolo del pappone e da un'interpretazione iperrealista di quattro bamboccioni protervi e incapaci. Purtroppo, Camarca sembra ignorare lo sguardo che sia il cinema americano (I giovani uccidono, Il selvaggio, Gioventù bruciata, Delitto nella strada, Il seme della violenza, La rabbia giovane, I ragazzi della 56^ strada, Rusty il selvaggio e Boyz'n'the hood) che quello italiano (I ragazzi della periferia Sud, Mery per sempre, Ragazzi fuori e Ultrà) hanno posato sulla condizione giovanile, denunciando uno strabismo capace soltanto di rappresentare con compiacimento una violentissima gioventù alla deriva.
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