Regia di David Oelhoffen vedi scheda film
Quello che conta in “Fratelli nemici” è l’approccio al genere, il glorioso polar dei tempi andati che qui viene tirato in ballo e sovvertito. Questo non tanto nel ribaltamento degli schemi (la storia è sempre la stessa) quanto nella messa in scena: iperrealistica e viscerale, scevra di ogni lirismo, spoglia di qualsiasi aurea mitica. Il romanticismo dolente di Melville e compari è defunto e “Fratelli nemici” ne è la meravigliosa messa funebre.
Quindi bando ai legami di sangue e ai codici d’onore che furono: quella di David Oelhoffen è la lucida quanto terrificante fotografia di una frantumazione sociale ed etica, intrappolata nella claustrofobia adrenalinica di spazi plumbei, opprimenti, sempre uguali a se stessi, squallidi ed essenziali. Umore tesissimo e interpretazioni magistrali ne fanno – assieme a tutto il resto – un film imperdibile.
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