Regia di David Oelhoffen vedi scheda film
VENEZIA 75 - CONCORSO
Nella banlieue dominata dalle gangs dedite allo spaccio degli stipefacenti, invano prese di mira da poliziotti che tentano di infiltrarsi al loro interno o a trovare collaboratori tra insospettabili punti di riferimento del malaffare, seguiamo le concitate vicissitudini di Manuel, delinquente rampante a cui uccidono il socio più affiatato nel momento in cui i due stanno concludendo la compravendita più importante di tutta la loro carriera. Veniamo quindi a conoscere un altro uomo di quartiere, Driss, passato tuttavia dalla parte della legge, e da tempo poliziotto impegnato a sgominare il narcotraffico, anche con l'aiuto del socio di Manuel, da tempo collaboratore anonimo e segreto del poliziotto.
I due, uniti nelle radici, separati dalle scelte di vita intraprese, saranno costretti a collaborare per vedere l'uno salvata la propria pelle messa a repentaglio con l'agguato in cui venne ucciso il collega, e l'altro per poter finalmente dare una svolta alle proprie indagini scottanti.
Per la regia del valido David Oelhoffen, già in concorso a Venezia 71 col valido Loin des hommes (sempre con Reda Kateb nel cast), Frères Ennemis scivola via sciolto e secondo le dinamiche di un mestiere navigato, ma non si può non tener conto che, nel suo sviluppo professionale e impeccabile, riprende con sin troppa nochalance situazioni e casistiche di un cinema visto già sin troppe volte, probabilmente proprio anche con attori validi del calibro di Matthias Schoenaerts e Reda Kateb: due volti perfetti per i ruoli che li contraddistinguono, e per i destini che li vedranno coinvolti, tutt'altro che imprevedibili od originali.
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