Regia di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman vedi scheda film
Andy Warhol negli anni 60' scelse Marylin Monroe, Elizabeth Taylor, Audrey Hepburn e Grace Kelly per ritirarle in serie svariate volte, per affermare lo staus di icone pop che dopo decenni oramai è incontestabile. Secondo l'artista visto lo status popolare ed iconico raggiunto da tali attrici, qualunque persona comune avrebbe potuto imitare le loro acconciature, eleganza ed i loro vestiti.
È questo un messaggio intrinseco che emerge in questo Spiderman : Un Nuovo Universo (2018), esplicato nel finale da una massima di Stan Lee, è che dato lo status di icone pop raggiunto da Spiderman negli ultimi 20 anni grazie al cinema, chiunque può essere tale supereroe se mette prima di tutto il resto l'aiuto verso il prossimo, senza alcuna ricompensa.
L'ennesimo film su Spiderman era un qualcosa di cui non se ne sentiva bisogno quando la Sony annunciò tale prodotto e poi vidi che c'erano 200 Spiderman nel trailer di varie etnie, pensavo fosse una cazzata politicamente corretta e non gli avrei dato un centesimo, ed invece grazie al BD regalatami da mio cugino, l'ho visto e devo ammettere che invece mi ha sorpreso alla grande.
Più che la storia, a primo impatto si viene colpiti da un'animazione totalmente inconsueta per una produzione mainstream animata americana come questa; la produzione ha optato per uno stile che si rifà alle tavole dei fumetti anni 60'-70', mescolato con l'arte di Wharol e Lichtenstein, fondando il tutto con l'animazione sia 3D che con inserti da anime Giapponesi, concludendo il tutto con un uso accorto nella gestione della colorazione che specie dopo l'acquisizione dei poteri ragneschi da parte del protagonista Miles Morales, vira su uno stile fumettistico marcato con flash vignettistici (anche ispirandosi a disegnatori fumettistici come ad esempio Sienkiewicz nel flashback di Kingpin), montaggio split screen, linee cinetiche, vignette che esplicano il pensiero del nostro protagonista sino alle onomatopee sempre più marcate ed invasive.
Tutto questo contribuisce ad un apparato visivo fresco ed accattivante, che risulta pienamente azzeccato per una storia che ha ad oggetto un acceleratore di particelle azionato dell'antagonista Kingpin e che ha provocato l'incontro tra gli Spiderman di varie dimensioni differenti.
Lo stile fresco dell'animazione mette in scena il percorso di crescita di Miles Morales, che da ragazzo di colore di Brooklyn, si ritrova ad avere dei poteri che non riesce a gestire ritrovandosi in una situazione molto più grande delle sue possibilità. Come se non bastasse, si ritrova ad interagire con gli Spiderman di varie dimensioni che per si ritrovano tutti nel suo universo a causa dell'acceleratore di particelle. Oltre a Miles Morales, abbiamo infatti Peter B. Parker, adulto fallito over 30 divorziato con Mary Jane e con una costante paura verso il futuro (non vuole figli), Spider-Gwen/Gwen Stacy, Spider-Noir proveniente dagli anni 30', Penni Parker, ragazzina delle elementari che grazie ai poteri del ragno, controlla telepaticamente un robot ed infine Spider-Ham, un ragno divenuto maiale che a seguito del morso di un maiale radioattivo, ha subito una mutazione che gli ha conferito i poteri del ragno.
Tutti questi Spiderman sono accumunati dal fatto che è stato impossibile per loro salvare tutti e hanno perso persone a loro care.
Qualcuno di loro è riuscito a convinvere con questo rimorso cercando tra mille difficoltà di andare avanti nella vita sia privata che supereroistica, ma a caro prezzo infatti Spider-Gwen, ad esempio è una disadattata sociale senza amici, mentre Peter B. Parker, un adulto fallito e fuori forma (magari avessero scritto così Thor in Avengers Endgame), porta l'indagine dell'individuo dietro la maschera verso orizzonti mai toccati nei precedenti film, risultando in costante equilibrio tra l'essere o non essere un "maestro" per Miles Morales (Una sorta di possibile figlio), per tale uomo sarà l'occasione per cercare risolvere i propri conflitti interiori, per ricongiunere finalmente l'uomo con la maschera.
Non tutti e 6 gli Spiderman ovviamente sono analizzati così bene, anche se gli animatori in base al differente stile adoperato per il singolo supereroe, contribuiscono a dargli caratteristiche uniche e peculiari.
Ci troviamo innanzi ad un film per ragazzi che parla di morte, fallimento, aspettative, perdita e responsabilità con uno stile diretto ed intimo, senza cercare a tutti i costi la battuta divertente (che non mancano) o la caciaronata fine a sé stessa; Miles crescerà grazie al suo percorso di conoscenza con le varie diversità incarnare dai vari uomini Ragno. Pure Kingpin comunque nella sua cattiveria cerca un ritorno ad una normalità che per via della sua sete di potere criminale, ha contribuito a distruggere.
Le scene d'azione le ho trovate buone e ben dirette, non comprendo le critiche su tale aspetto, visto che lo stile visivo aiuta a mettere in scena tali sequenze d'azione non tanto su un piano di verosimiglianza, ma di coreografia postmoderna.
Per me è un film consigliatissimo e comprensibile anche a chi come me dell'uomo ragno ha letto poco o nulla, Spiderman Un Nuovo Universo è il miglior film di supereroi dai tempi del Cavaliere Oscuro di Nolan (2008) ed il miglior film sul personaggio insieme a Spiderman 2 di Raimi (2004), sperando che non facciano seguiti o altro, perché è veramente un film d'intrattenimento riuscito, la prova che può esserci vita fuori la Disney, il cui impero cinematografico, può essere sconfitto grazie all'arte.
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