Regia di Michele Lupo vedi scheda film
Come ho già detto in altre occasioni ci sono film che, lontano dall'essere dei capolavori, ci entrano comunque nel cuore per quello che hanno rappresentato in un momento della nostra vita.
Ora questa pellicola diretta da Michele Lupo (un onesto artigiano del cinema, prematuramente scomparso) non entrerà mai in una rassegna per cinefili ma per me ha un sapore del tutto particolare.
Rimanda infatti agli anni dell'adolescenza, quando se vedevi una locandina con il nome di Bud Spencer (il mitico Carlo Pedersoli) sapevi già cosa aspettarti: una storia in cui un burbero buono come il pane e forte come una locomotiva appioppava sganassoni ai cattivi di turno e sistemava le situazioni apparentemente più complicate.
Ora devo dire che, visto recentemente e con molto piacere, ben lungi dal deludermi questo film mi ha fatto nuovamente divertire e tornare indietro nel tempo. Rispetto ad altre pellicole girate più o meno nello stesso periodo, da solo o in coppia con il fido Terence Hill, Lo chiamavano Bulldozer porta con disinvoltura i suoi anni e dimostra di essere un prodotto ben riuscito e accattivante.
Bulldozer (per l'appunto, ma è il caso di dirlo, Bud Spencer) è un ex campione di football americano in fuga dal suo passato e in giro per il mondo su un barcone, capitato per caso in una città portuale italiana (si tratta di Livorno) è costretto a fermarsi a causa di un guasto al motore.
Qui per una serie di coincidenze viene coinvolto in una sfida tra i ragazzi del posto e i militari della locale base americana: Bulldozer li dovrà preparare ad affrontare al meglio una partita in cui la sconfitta è pressoché certa ma altrettanto certa è la volontà di fare una bella figura e di salvare comunque la faccia.
La parte più bella della storia è proprio questa, il vecchio campione prende sotto la sua ala protettrice un gruppo di ragazzi che sotto la scorza degli sbruffoni di provincia dimostrano la tenerezza e la paura di adolescenti che cercano di affrontare una vita che non si preannuncia per niente facile, cercando di instillare loro i valori dello sport (quello vero): la solidarietà, la lealtà e il non mollare mai anche se l'avversario è più tosto è più duro di te.
Antagonista principe di Bulldozer è il cattivissimo Sergente Kempfer (Raimund Harmstorf, sfortunatissimo attore tedesco che comparve spesso nei film di Spencer nel ruolo del villain) con un conto in sospeso nei confronti dell'ex star del football, che cercherà di approfittare della situazione per dare una lezione pesante ai ragazzotti del posto.......ma ovviamente non ha fatto i conti con l'oste che in questo caso ha le poderose fattezze di Bulldozer.
Un film divertente che, come dicevo più sopra, a distanza di anni mantiene ancora una certa freschezza e vivacità, risultando assolutamente piacevole e godibile.
E da questo punto di vista dunque, una pellicola che assolve in pieno il suo ruolo. E per chi scrive uno dei film culto della propria adolescenza (consentitemi un po' di nostalgia)
dialogo fra Bulldozer e un oste:
"Salve che cosa prende?
Una frittata.
Con una o due uova?
Dodici!
Ehm... dodici?!? La vuole con le cipolle?
Eh... no, troppo pesante."
Bulldozerva a cercare un ricettatore che si nasconde dietro il negozio di un barbiere:
"Barba o capelli?
Osvaldo.
Che è un nuovo taglio?
Dov'è?
Non so di chi parli, non so chi è Osvaldo. Senti amico, io sono un duro, e se credi di fare parlare me sei cascato male. Barba o capelli?
Barba, barba"
Dopo avergli rifilato una riga di schiaffoni da paura e averlo appeso per la parete:
"Sai cosa mi piace di te? Che sei un vero duro"
Kempfer: "Tanto non lo segnerete mai quel punto bulldozer!"
Bulldozer: "E allora preparati perché adesso segno!"
Colonna sonora degli Oliver Onions, che la scrissero in collaborazione con lo stesso Bud Spencer. Un mito anche loro
Qui da cambiare non c'è proprio niente!
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