Regia di Michael Sucsy vedi scheda film
Delizioso film insolito e atipico, facile da bollare come teen-comedy... non bisogna fermarsi alle apparenze... in realtà, questa storia d'amore dal sapore fantasy, offre spunti di riflessione interessanti e per nulla banali. Bello.
Ogni giorno, sembra la classica teen-comedy romantica zuccherosa come tante, e sarebbe troppo facile liquidarlo così; in realtà questo piccolo film è un gioiellino atipico e insolito che offre spunti notevoli e riflessioni impensabili, considerando che i protagonisti sono degli adolescenti e in quel mondo si muovono.
L’idea originale è l’elemento fantasy della possessione, di solito componente classico di film horror, declinato qui in chiave del tutto diversa, perfino opposta; la possessione demoniaca resta solo un’ipotesi vaga, appena accennata, spiegazione più semplice e immediata, ma ridicolizzata.
La verità è molto meno banale.
Uno spirito, anima raminga e solitaria, - chi sia in realtà non è dato sapere e non ha importanza - viaggia da un corpo ad un altro, cambiando ospite ogni giorno. Apparentemente non c’è una ragione per questo, e A (così si fa chiamare) non ha nessun controllo sul fenomeno, né sa perché succede.
Quanto il contatto con gli altri influenza la vita umana? Quanto possiamo interferire con essa? Quanto il nostro interagire con gli altri determina e influenza le scelte del singolo individuo?
C’è un motivo più alto se entriamo con prepotenza o meno nella vita e nell’esistenza di qualcun altro?
Cosa cerchiamo negli altri…un’anima affine che sia come la nostra, o una conoscenza più intima di noi stessi, a costo di scoprire lati più cupi?
Interrogativi forse troppo impegnativi per un film così, eppure mi sono ritrovata a riflettere su queste cose, e ho pensato che A, alla fine rinucia per amore, compiendo una scelta generosa e coraggiosa.
Queste sono solo alcune delle domande che lo stesso A forse si pone, o potremmo porci noi, di fronte a questo film delizioso, a suo modo atipico, che diventa una storia d’amore tenera, malinconica e lievemente amarognola, perché lo spirito ha consapevolezza della sua solitudine, del fatto di non avere un luogo in cui fermarsi, né una famiglia vera a cui appartenere, solo tanti volti diversi in cui specchiarsi.
Lo spirito di A è discreto, cerca di non stravolgere la vita di chi lo ospita, passando queste ventiquattrore senza farsi notare troppo, per non destare sospetti, limitandosi ad osservare la vita del ragazzo o ragazza di turno, imparando cose vecchie e nuove sulla natura umana, dove le persone differiscono e dove invece sono uguali, scoprendone le gioie e i dolori, i sentimenti, le delusioni, la confusione dei pensieri o la chiarezza delle menti.
Non lascia segni del suo passaggio, questo almeno finché la ragazza di cui s’innamora Rhiannon, - un' adolescente come tante, un fidanzato poco attento e poco innamorato, e qualche problema famigliare, - l'unica a cui racconta la sua incredibile storia, non gli dirà di farlo, forse perché agli altri dobbiamo donare qualcosa di noi, magari solo per ringraziarli o proprio per aiutarli, così si troverà a fare A, almeno in un’occasione.
Un buon film senza dubbio, per nulla banale, nè scontato. Una piacevolessima sorpresa.
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