Regia di Claude Nuridsany, Marie Pérennou vedi scheda film
In un punto qualunque del pianeta, la vita degli insetti, i loro rituali, le loro piccole, grandi sciagure. I due registi francesi girano un film encomiabile, riuscitissimo, rendendo accattivante anche una specie animale che suscita spesso ribrezzo e diffidenza. Riescono in questo grazie a tecniche che si elevano di una spanna sui pur bei documentari ai quali ci hanno abituato la Bbc, o Cousteau, o il National Geographic. Microcosmos, infatti, non si accontenta di mostrare gli insetti con tecniche più o meno rodate, ma regala al pubblico un coloratissimo linguaggio cinematografico, fatto di soggettive reinventate con gli effetti speciali, di planate con la steady-cam a pettinare l'erba, di un sonoro avvolgente, di una musica eccezionalmente calzante scritta e diretta benissimo da Bruno Coulais. E così il corteggiamento amoroso delle chiocciole sulle note della soprano Mari Kobajashi, il "trenino" della processionaria, la lotta all'ultimo sangue dei cervi volanti, lo sterminio di formiche da parte di un fagiano, le cui beccate rimbombano come esplosioni, la goffa rampicata dello scarabeo reale per portare nella tana una palla di cibo, la pertinace resistenza offerta da una formica madre ad una coccinella per difendere le sue larve toccano un lirismo che vorremmo vedere più spesso al cinema.
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