Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Gavino viene costretto dal dispotico padre pastore Efisio, a lasciare prematuramente la scuola, per andare a seguire nel pascolo il gregge in capo alla famiglia, seguendo una antica consuetudine di famiglia che vedeva i primogeniti occuparsi già da bambini del pascolo di famiglia.
Solo, impaurito, Gavino crescerà nella più completa solitudine, fino a trovare riscatto cominciando dalla musica e da una fisarmonica da lui barattata in cambio di due agnelli da due turisti.
Una inaspettata eredità non farà che portare altre disgrazie alal famiglia di Gavino, che dapprima fuggirà in Germania, poi verrà richiamato per adempiere al servizio militare, circostanza che permette al giovane, ormai ventenne di slegarsi dalla oppressiva egida paterna e di formarsi anche culturalmente, imparando come autodidatta e con l'aiuto di un commilitone istruito e servizievole.
Tornato a casa, dovrà nuovamente scontrarsi col padre, fermamente bloccato sulle sue posizioni, ma non più in grado di costringerlo a subire ogni sua inderogabile volontà.
Arriverà a laurearsi divenendo lo scrittore noto proprio con questo suo romanzo autobiografico ad alto contenuto drammatico.
Sceneggiato dagli stessi Taviani basandosi appunto sull'opera autobiografica di Gavino Ledda, che compare a fine film, Padre Padrone è il film più noto e probabilmente il più apprezzato e premiato di Paolo e Vittorio Taviani, che si aggiudicò la Palma D'Oro a Cannes nel 1977, e che si avvale dell'interpretazione ispirata di Saverio Marconi, e della straordinaria prestazione di Omero Antonutti, anche lui impegnato nel ruolo chiave di tutta la sua variegata carriera d'attore.
Nel ruolo dell'amico militare che aiuta Gavino ad istruirsi, riconosciamo un giovane Nanni Moretti agli esordi, l'anno successivo dal suo debutto in regia con Io sono un autarchico, ed immediatamente prima di Ecce bombo.
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