Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
ho conosciuto personalmente Gavino Ledda,l'autore del libro da cui è tratto il film.Si parla di oltre 20 anni fa e rimasi stupito che un uomo cosi'apparentemente fragile e dimesso,con lo sguardo sempre basso avesse dimostrato nella sua vita una cosi'grande forza d'animo dopo aver vissuto tutto quello che ha vissuto e che è descritto nel film con una forza espressiva che raramente i Taviani hanno avuto.E ho conosciuto anche le campagne frequentate da Gavino,vicino al suo paese natale ,Siligo,in provincia di Sassari.E allora non mi stupi',come non mi stupisce oggi che nel paese ci fosse un diffuso dispiacere che in alcuni sfociava nell'aperta ostilita' per il fatto che Gavino Ledda avesse scoperchiato un vaso di Pandora raccontando con realismo tutto quello che succedeva nelle campagne,l'impossibilita'di andare a scuola per badare alle pecore,i pericoli,gli strani incontri,gli istinti piu'bassi la vita di stenti e privazioni a cui erano costretti anche bambini piccoli.Questo è un capolavoro che dovrebbe essere portato ad esempio e invece è relegato in una specie di limbo dopo che ebbe grande risonanza e successo all'uscita(il piu'grande successo commerciale dei fratelli Taviani).Ledda oggi gli rimprovera scarso coraggio soprattutto sul versante linguistico ma secondo me è poca cosa,anche se sicuramente la scelta di purismo linguistico è assolutamente da condividere.Straordinario Antonutti,belli il prologo e l'epilogo con Ledda in scena....
apparizione di non elevato significato
non male
straordinaria prova
bravissimo
ottima regia
ottima regia
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