Regia di Stephen Hopkins vedi scheda film
Il colonnello dell'esercito britannico John Henry Patterson pubblicò nel libro The Man-Eaters of Tsavo i resoconti di una drammatica esperienza vissuta in Kenya a fine Ottocento, quando due leoni bloccarono per tre mesi i lavori di costruzione di un ponte su una ferrovia, che avrebbe collegato Mombasa per quasi mille chilometri con le zone più selvagge del territorio, sterminando oltre un centinaio di operai. Giunta nelle mani dello sceneggiatore William Goldman (uno dei Mastri Scrittori di Hollywood, l'autore, tra gli altri, di Detective's Story, Butch Cassidy, Il maratoneta, Tutti gli uomini del presidente, Misery non deve morire, Memorie di un uomo invisibile), la vicenda viene ulteriormente spettacolarizzata con la creazione di un personaggio nuovo, il cacciatore Remington (Michael Douglas), chiamato a spalleggiare il colonnello inglese (Val Kilmer) nella lotta contro i due feroci leoni (la reincarnazione degli Spiriti delle Tenebre del titolo, secondo le credenze degli indigeni del luogo). Calcando gli accenti sul versante più soprannaturale della vicenda per sfruttare anche le doti del regista Stephen Hopkins, proveniente dalla manovalanza horror di serie B (Nightmare 5 - Il mito e Predator 2), il film si rivela ben presto un innocuo giocattolone che annacqua nella sontuosità della messinscena (musiche di Jerry Goldsmith, fotografia di Vilmos Zsigmond, collaborazione agli effetti speciali di Stan Winston) le pulsioni più drammatiche dello script, finendo per smarrirsi tra dialoghi ridondanti, paesaggi da cartolina e la recitazione eccessivamente sopra le righe di Michael Douglas.
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