Regia di Paul Dano vedi scheda film
Buon esordio per un Paul Dano che cura molto la sua bambina, la sua regia appena nata e che vince Torino come Miglior film in Concorso al Festival. Nitida fotografia che immortala scenari anche apocalittici dello stato del Montana degli anni '60, cristallizzando o sgretolando assieme, natura e società, famiglia e lavoro.
Buon esordio per un Paul Dano che cura molto la sua bambina, la prima regia appena nata e che vince Torino come Miglior film in Concorso al Festival.
Nitida fotografia che immortala scenari anche apocalittici dello stato del Montana degli anni '60, cristallizzando o sgretolando assieme, natura e società, famiglia e lavoro.
Il punto di vista di questo sfacelo è quello di un sedicenne, figlio deluso della coppia che non funziona più.
Il tutto è corredato da una poetica colonna sonora.
Cast ottimo e attori bravi, ben diretti come la coppia che si rovina, composta dai credibili Jake Gyllenhall e Carey Mulligan, genitori del sedicenne ferito.
Certo niente di trascendentale, ma il film si lascia guardare in pace.
Avremmo voluto altre vincite come per il greco Pity o il potentissimo Guilty che si accaparra invece miglior sceneggiatura, miglior attore e premio del pubblico. O anche qualcosa in più per Atlas, anzichè il solo miglior attore ex aequo.
DEN SKYLDIGE / THE GUILTY di Gustav Möller (Danimarca)
Con la seguente motivazione:
Per la delicatezza che il regista ha avuto nei confronti dello spettatore, evitandogli ogni ostensione della violenza fisica. Per la presa di coscienza e il gesto di coraggio del protagonista che riconoscendo le proprie colpe riesce a empatizzare con l'altro aggressore. Per avere usato il dialogo come unico strumento catartico nella risoluzione di un conflitto
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