Regia di Christina Choe vedi scheda film
Happy that you’ve come.
“Nancy”, opera d'esordio nel lungometraggio (80' gestiti benissimo), dopo un pugno di corti, per la regista e sceneggiatrice Christina Choe (che in seguito, di recente, ha poi diretto episodi di serie tv, fra i quali uno dei migliori - “Not All Men” con Rhea Seehorn e Taissa Farmiga - appartenenti alla prima stagione dell'ennesimo revival di “the Twilight Zone”, questa volta a cura di Jordan Peele), fortemente voluta dalla sua protagonista principale, l'ottima Andrea Riseborough [“Happy Go Lucky”, “Never Let Me Go”, “Oblivion”, “BirdMan”, “Nocturnal Animals”, “BloodLine”, “Crocodile” (il 4° ep. della 3ª stag. di “Black Mirror”), “Waco”, “ZeroZeroZero”], che l'ha anche co-prodotto, oltre ad aver interpretato, quasi in contemporanea, un altro film-nominale, il “Mandy” di Panos Cosmatos con Nicolas Cage, può essere considerata come (oltre che un falso-corollario affrontato dalla parte opposta della questione “bambini nel tempo”, di recente trattata dal cinema con “Taurus”, “Changeling”, “Prisoners”, “Hold the Dark”, “MeadowLand”) un tratto d'unione - e lavoro validissimo di per sé, sia chiaro, ma volente o nolente in dialogo (in)diretto con loro - fra “Ingrid Goes West” di Matt Spicer con Aubrey Plaza ed Elisabeth Olsen e l'imminentemente in uscita “Horse Girl” di Jeff Baena con Alison Brie.
Cast maestoso e in sottrazione: J. Smith-Cameron, Steve Buscemi, Ann Dowd, John Leguizamo.
Fotografia di Zoe White, che dall'1.37:1 iniziale poi, nell'atto di sancire l'addio alla casa materna dell'infanzia protratta fin oltre gli “-enta”, lasciandola per un'avventura non dissimile da quelle appena costruite sull'inganno (da gitarelle a Pyongyang a gravidanze consolatorie) fra social media e psicotico autoconvincimento, si apre, non con l'intervento diegetico di un gesto fisico plateale come in “Mommy”, nè con un atto emotivo e al contempo funzionale al discorso pratico come in “Legion”, ma grazie ad una intenzione del narratore quasi-onnisciente veicolata da una panoramica ad arco verso destra, all'1.85:1, verso un road movie appena accennato e subito giunto a conclusione, risolto con l'inquadratura di un'uscita autostradale, e un idillio campestre invernale cosparso di zotici bimbiminkia che si sparano tra loro in battute di caccia all'idiota alla fin fine coadiuvanti la scoperta di una vera natura rimasta sino ad allora celata allo sguardo proprio e degli altri dallo sfacelo quotidiano passato e che ora, potrebbe darsi, magari, una vta auto-manifestatasi/rivelatasi e vistasi in qualche modalità, maniera e condizione riconosciuta, forse, chissà... Andarsene, (ri)tornare, rimanere per restare... Più che il sangue poté...). Montaggio di David Gutnik. Musiche di Peter Raeburn.
It seems so long ago
Nancy was alone
looking at the Late Late Show
through a semi-precious stone.
* * * ¾ (****)
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