Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
In quanto capitolo dell'ormai più che trentennale carriera cinematografica di Carlo Verdone, Sono pazzo di Iris Blond lascia effettivamente a desiderare sul piano comico, poiché le situazioni davvero esilaranti non sono più di due o tre. Come commedia amarognola - nello stile, tuttora inarrivato, del Woody Allen di Broadway Danny Rose - però il film di Verdone ha delle carte da giocare. Delle quali, tuttavia, non mi sembra far parte Claudia Gerini. Quest'ultima, di cui Verdone per un po' era sembrato essersi innamorato artisticamente, non è attrice all'altezza di tenere un ruolo per un film intero, anziché per la durata ridotta di un episodio. Verdone attore indulge un po' troppo alla propria immagine di gattone maltrattato che tenta una tardiva ribellione agli schiaffi della vita. Per di più, diverse gag sono forzate (come quella della telefonata sotto la pioggia, che si trasforma nel progetto di un numero musicale alla Singin' In The Rain) ed altre ormai risapute.
Nonostante questo, sono da apprezzare alcuni momenti creati dal Verdone sceneggiatore e regista, soprattutto quelli legati al mondo dell'emigrazione italiana in Belgio.
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