Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Romeo è l'ex cantante di un gruppo pop anni '70 in cerca dell'anima gemella. Durante il suo soggiorno a Bruxelles incontra Iris, con la quale tenterà di ricostruirsi una carriera come musicista. Una commedia del sottobosco urbano gustosissima, la più piovosa e notturna fra quelle realizzate da Verdone, che qui azzecca tutti gli elementi giusti per divertire risultando al contempo avvolgente e (neanche tanto) velatamente cinico. Iris e Romeo sono una coppia talmente improbabile che alla fine speriamo davvero che lei non prenda quel treno, ma la brama di successo attanaglia anche i cuori più zingari (o presunti tali) ed al vecchio arrangiatore, cornuto e mazziato, non resta che ripartire da capo per l'ennesima volta, in un club underground per musicisti alternativi. Sono gli anni '90 dei nostalgici (l'esilarante Andréa Ferréol, fissata con Jacques Brel), ma anche dell'electric pop, delle band con la puzza sotto al naso ammantate di un'estetica asettica alla Matrix (Romeo come nome d'arte usa "The Freezer"...) e di chi rifiuta il propio passato di canzonettaro da sangra del fungo porcino, rappresentati in modo splendido da una regia matura, dialoghi brillanti ed una fotografia perfettamente contestuale. Forse avrei ridotto il minutaggio della parte col padre di lei (comunque utile a rappresentare il contesto degli emigrati italiani in Belgio), ma nel complesso si tratta di una delle migliori commedie di quel periodo.
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