Regia di Reed Morano vedi scheda film
Ripulire, riordinare, seppellire e catalogare è ricominciare, ed è meglio che dimenticare.
“I Think We're Alone Now”, l'opera seconda di Reed Morano (qui anche, come al solito, direttrice della fotografia), scritta da Mike Makowski (anch'egli al secondo lavoro) e girata dopo “MeadowLand” e prima del prossimo “the Rhythm Section”, a parte l'inserirsi nel recente, sterminato filone pre/post-apocalittico Y2K (crisi ambientali, pandemie cosmopolite, asteroidi in collisione, invasioni alienie o di zombie lenti/veloci, e poi alieni-zombie che spargono epidemie, causano catastrofi geo/meteorologiche e sparano meteoriti...) di questi anni
(incompletamente a caso: “Wall•E”, “die Wand”, “Light of My Life”, “28 Days/Weeks Later”, “2012”, “le Temps du Loup”, “Melancholia”, “Dawn of the Dead”, “These Final Hours”, “the Day After Tomorrow”, “Z for Zachariah”, “Children of Men”, “InTo the Forest”, “Shaun of the Dead”, “Dans la Brume”, “SouthLand Tales”, “Mom and Dad”, “Cargo”, “Bokeh”, “the Mist”, “Contagion”, “Perfect Sense”, “the Survivalist”, “Land of the Dead”, “les Affamés”, “Diary of the Dead”, “It Comes at Night”, “Survival of the Dead”, “the End? - l'Inferno Fuori”, “the Road”, “Go Home - A Casa Loro”, “DoomsDay”, “la Nuit a Dévoré le Monde”, “Vanishing on 7th Street”, “A Quiet Place”, “SnowPiercer”, “Bird Box”, “Mad Max: Fury Road”, “the Silence”, “the Last Man on Earth”, “the Dead Don't Die”, “4:44 Last Day on Earth”, “Take Shelter”, “Seeking a Friend for the End of the World”, “A Torinói Ló”, “This Is the End”, “the World's End”),
ha la caratteristica non comune (inconsueto contesto peculiare a parte) d'incominciare, e poi di proseguire, godendosi i postumi di una catastrofe tranquilla, e di terminare, dentro ad una zona franca circondata dal disatro fine-di-mondo, in un “horror etico” a bassa intensità burton-lynchano, fra “Alpeis” ed “Eternal SunShine of the SpotLess Mind” (con inserti d'atmosfera da “Get Out” &
“Us”).
- “Qualcuno ti ha mai detto che sei un tipo strano?”
- “Sì, ma sono tutti morti ora.”
Peter Dinklage (anche co-produttore) giganteggia, Elle Fanning gli sta al passo, Paul Giamatti e Charlotte Gainsbourgh in poche pose rendono l'alienità-alterità di un principio di post-post-umano.
Montaggio e musiche (molto belle ) dei sodali Madeleine Gavin e Adam Taylor. Splendida la locandina.
Costruiremo dei monumenti assurdi per i nostri amici scomparsi
E vieni a vedere l'avanzata dei deserti, tutte le sere a bere
Per struccarti useranno delle nuvole cariche di piogge
Vedrai che scopriremo delle altre Americhe io e te
Ripulire, riordinare, seppellire e catalogare è ricominciare, ed è meglio che dimenticare.
* * * ½ (¾)
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