Estate 1984.
La penisola di Cape May nell'Oregon è funestata da un serial killer che fa sparire i ragazzini dai 12 ai 16 anni.
Il quindicenne Davey, col suo gruppetto di brufolosi nerd, si mette a indagare e scoprirà, suo malgrado, che le persiane della provincia americana celano terribili segreti.
In tre (3!) si sono messi dietro la macchina da presa per confezionare questa ignobile minchiata. Senza contare i due sceneggiatori, che dovrebbero essere radiati dalla categoria per la serie di sciocchezze, banalità e assurdità che sono riusciti a rappattumare, nonostante avessero a che fare con la trama più semplice - e lineare - dell'universo (almeno da La Finestra sul cortile!). Ci vuole mestiere per padellare un film così.
Tanta voglia di Stranger things, senza riuscire a sfiorarla mai, neppure nelle intenzioni.
Peccato perché le musiche carpenteriane di Le Matos, e la fotografia retrò di Jean-Philippe Bernier avrebbero meritato una sorte migliore.
Ma la ciliegina (marcia) su questa torta di sacrilega celebrazione degli Eighties va al doppiaggio, malfatto, con voci inudibili e sbagliate (tipo i trentenni che fanno gli adolescenti, suvvia!).
Voi statene alla larga, per grazia d'iddio!
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