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Summer of '84

Regia di François Simard, Anouk Whissell, Yoann-Karl Whissell vedi scheda film

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La recensione su Summer of '84

di Baliverna
7 stelle

Alle volte, i ragazzini hanno lo sguardo più lucido degli adulti, che spesso si fanno distrarre dalle apparenze. Bella pellicola, che ricorda una terribile estate di tanti anni fa, non so se realmente accaduta.

L'ho trovato proprio bello per quasi tutta la sua durata, con delle incertezze nel finale, e una scena che era meglio non inserire per la sua truculenza.

Mi è piaciuto per la tensione che i registi costruiscono, servendosi di piccoli ma efficaci espedienti, e per la rinuncia a molti degli stereotipi dei film di maniaci e omicidi seriali, che sarebbero stati solo triti e frusti. Alcune scene, pur senza enfasi, rumori, od oscurità, ci fanno stare comunque con il fiato sospeso. Altre ci spaventano proprio per l'oscurità e per un banale lucchetto che si vede alla porta.... Anche il modo in cui vengono disseminati i sospetti denota intelligenza e misura, e tradisce la lezione di Hitchcock. Insomma, le indagini del gruppo di ragazzini prendono tutta la nostra attenzione, e i loro personaggi si guadagnano in qualche modo la nostra simpatia o comprensione. La falsariga delle loro vite è anche le rispettive situazioni familiari: discrete e accettabili, oppure dolorose e traumatiche.

La ricostruzione d'epoca è accurata e attenta ai particolari; in questo senso aiuta anche la colonna sonora, che ci offre suoni tipici degli anni '80. E la cura dei dettagli è sempre un elemento da apprezzare in un film.

Solo nel finale, il film secondo me subisce qualche sbandamento: la sequenza nel bosco sa di convenzionale e di genere, come pure la scena di sangue. Anche l'assassino là pronuncia frasi sadiche con un tono che abbiamo sentito troppe volte, mentre faceva più paura prima, con la sua rigida normalità e falsa bontà. Peccato, ma certi scivoloni sono tentazioni davvero difficili da vincere per un regista.

Rimane una pellicola con molti pregi, senza abuso di effetti speciali e di truculenza, che denota una non trascurabile sapienza registica e misura nel mostrare nell'alludere. Tutte doti oggi sempre più rare.

 

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