Regia di Debra Granik vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2018 - QUINZAINE DES REALISATEURS - CINEMA OLTRECONFINE
Troviamo un padre ex militare in congedo, ed una figlia in età teen, mentre conducono una vita tranquilla e molto ben organizzata, ma assolutamente clandestina, entro un parco nazionale che cinge una grande metropoli del nord degli Stati Uniti. Una scelta di vita, tutt'altro che una costrizione, da parte di un uomo che ha scelto di condividere con la figlia un rapporto esclusivo con madre natura, cercando di godere della sua ruvida ma concreta accoglienza, di entusiasmarsi della bellezza che la foresta è in grado di sprigionare quando la si guarda con l'occhio complice di chi ha saputo adattarsi a quasi tutte le sue regole, evitando ogni forma di inquinamento e lasciando meno tracce possibile dietro il loro sentiero.
La situazione, difficile ma organizzata, viene travolta quando le autorità scoprono la circostanza, raccogliendo la famiglia errabonda e destinandola ad una soluzione abitativa coerente con lo stile di vita intrapreso: abiteranno in una casa mobile, e il padre verrà addetto a collaborare con una cooperativa che confeziona alberi di Natale. Durerà poco, perché la fuga, inizialmente condivisa da padre efiglio, li porterà ad inoltrarsi in un luogo ancora più inaccessibile e ostile: una foresta vera, ove si salveranno grazie all'intervento di una comunità bizzarra, ma caritatevole, che li salva e fornisce loro adeguata sistemazione.
Stavolta la prossima mossa di ribellione, riuscirà loro malgrado a dividere una coppia fino a quel momento inscindibile, forte di una intesa perfettamente condivisa e vissuta sino all'ultima emozione.
Dalla ottima regista di Un gelido inverno, Debra Granik, che non abbandona le comunità rurali del suo ottimo film d'esordio, né l'ambiente country del suo interessante documentario Stray Dog visto al TFF qualche anno fa, ecco un'opera terza intensa e a tratti emozionante, che sa divincolarsi tra argomenti scomodi e rischiosi - non ultimo la questione ecologica che sta alla base del comportamento fuori del comune della piccola famiglia - senza mai risultare prolissa o tendenziosa.
Coadiuvano la brava regista due attori straordinari: Ben Foster, sempre più visceralmente "De Niro", e la rivelazione, Thom, ovvero Thomasin McKenzie, visino da cerbiatta in grado di sostenere un ruolo complesso, senza mai eccedere in facili e gratuite tentazioni melodrammatiche. Merito anche di una sceneggiatura asciutta, in linea con le valide prove che hanno caratterizzato l'ancor breve carriera di questa promettente cineasta.
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