Regia di Marc Turtletaub vedi scheda film
Turtletaub insinua il seme del dubbio, facendo calare il clinamen arbitrario di un evento apparentemente inoffensivo nella routine di una vita scandita dall'immutabile tran tran di faccende domestiche e calendari liturgici; il dettaglio nascosto di un adescamento luciferino nella miriade di pezzi che la pia e devota Agne-sh è chiamata a ricomporre.
Moglie e madre devota, Agnes è una casalinga tutta casa e chiesa che ottempera con serafica indolenza ai propri doveri familiari. La scoperta della sua abilità con i puzzle la porterà dapprima a frequentare la casa di un eccentrico inventore con cui si allena in vista di una competizione e quindi a riconsiderare radicalmente le proprie aspirazioni di donna finalmente libera dal giogo maschile.
Agnese dolce Agnese...adesso che ci penso non ti ho mai baciata
Remake americano dell'esordio argentino della regista Natalia Smirnoff (Rompecabezas - 2010), Marc Turtletaub produce (con la sua Big Beach) e dirige questa commedia drammatica nel solco di un cinema indipendente che ha fatto di un'ambientazione di periferia, della condizione femminile e della fragilità umana di personaggi segnati da travagliati trascorsi familiari, il suo principale marchio di fabbrica e che, con varianti più o meno rilevanti tra una storia e l'altra, riproduce uno spaccato sociale di perdenti di professione, madri di famiglia che sbarcano il lunario e sognatori disillusi che hanno deciso di riporre temporaneamente i propri desideri in un cassetto nella speranza di poterlo riaprire alla prima occasione utile. Partendo dalla sordina di una storia di ordinaria rassegnazione coniugale e di una tradizione familiare che vede una donna di origine ungherere passare dalle dipendenze di una amorevole padre padrone a quelle di un omone affettuoso che ha scelto per marito, Turtletaub insinua il seme del dubbio, facendo calare il clinamen arbitrario di un evento apparentemente inoffensivo nella routine di una vita scandita dall'immutabile tran tran di faccende domestiche e calendari liturgici; il dettaglio nascosto di un adescamento luciferino nella miriade di pezzi che la pia e devota Agne-sh è chiamata a ricomporre dall'improvviso furore creativo che l'avvicina quasi per caso all'innocuo passatempo del puzzle. Un espediente narrativo che da un lato ripropone il classico topos romantico della geschehen (il regalo alla propria festa di compleanno dove, tanto per cambiare, ha passato tutto il tempo a servire gli ospiti) e dell'aufbruch (con tanto di partenza in treno e rottura con un dovere coniugale da giustificare con una lunga teoria di goffe bugie) e dall'altro rappresenta una singolare e simbolica ricomposizione di una identità femminile troppo a lungo smarrita per assecondare un ruolo sociale che continua a confondere l'accudimento familiare con il totale asservimento ai bisogni di antichi padroni sempre uguali a se stessi. Un cinema fatto di piccoli scarti che, a causa della malintesa banalità di storie minimaliste e della prevedibile morale che esse veicolano, ha trovato d'accordo spettatori e critici quali detrattori troppo spesso abituati al guizzo improvviso di scene madri o all'enfasi romanzesca delle caratterizzazioni psicologiche; qui invece l'emergere di una nuova consapevolezza sulla propria autonomia personale e sociale, segna le tappe di un progressivo distacco dalla muta dipendenza degli affetti per approdare a qualcosa che va oltre la semplice avventura fedifraga (tra le braccia del rappresentante di un'altra minoranza etnica dalle forti fascinazioni letterarie: il bel tenebroso ed eccentrico inventore perdigiorno di Irrfan Khan), rivelando la natura ribelle e avventurosa della remissiva e dolcissima Agnese, a bordo di un treno lanciato verso il Nord di una destinazione (come quella della coppia di Away we go di Mendes) che un dito guidato dal caso ha segnato sulla mappa del puzzle geografico che si è ormai finito di ricomporre. Kelly Macdonald perfetta nel ruolo di eterea creatura celeste che abdica al proprio status di santa laica scegliendo alfine di diventare donna.
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