Regia di John Cassavetes vedi scheda film
Ritratto a ritmo di musica di una generazione intraprendente, ma confusa; curiosa, ma superficiale; inquieta, ma senza veri ideali da rivendicare. La beat generation di John Cassavetes sembra ignara del fatto che stare al mondo non significa girovagare in libertà, ma impone di confrontarsi con la vita, entro gli spazi limitati dalle regole, dalle convenzioni, dai pregiudizi che, nel bene e nel male, regolamentano da sempre la società umana. Esistono confini netti tra prima e dopo, tra uguaglianza e diversità, tra sogni e realtà, tra individualità e pluralità, che vanno riconosciuti e rispettati, perché lungo queste linee deve svilupparsi il percorso delle nostre azioni. Alla forza della volontà, i protagonisti di questo film sostituiscono la dignità del desiderio: un vezzo d'artista che si erge in mezzo al vuoto e, non possedendo concretezza né vigore, si affloscia non appena incontra il primo ostacolo. Prudenza ed autocritica sono i freni indispensabili per poter viaggiare: senza di essi la discesa è mortalmente rapida, ed è impossibile affrontare la salita.
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