Regia di John Cassavetes vedi scheda film
"Il film che avete appena visto era un'improvvisazione". Così si conclude "Ombre". Non è solo un film sul disagio di una famiglia (nera, in cui due fratelli su tre sono bianchi o comunque a questi ultimi più simili). Si respira un'aria di disagio in generale, anche se non mancano le parti più "Leggere" e dove con stile semidocumentaristico (in un iperrealista bianco e nero) e improvvisazioni esce l'iperattività newyorkese, le feste, la musica, la cultura, frammenti della beat generation, l'emancipazione femminile. Per alcuni di questi temi mi torna in mente l'opera sperimentale "Pull my daisy" con voce off di Kerouak.....
Non è che sono stato folgorato da quest'opera, ma di sicuro non ne sono rimasto indifferente. Nel '59 certamente rappresentava una novità e un simbolo della off-hollywood, ma anche vedendolo oggi, abituati a tutto e dopo aver visto tutto (o quasi), fa il suo effetto. Per chi come me ne aveva letto a riguardo e conosce almeno a grandi lineee il background in cui "Ombre" è nato, non può rimanere deluso e forse può goderlo maggiormente.
Mi sbaglierò, ma non me ne frega un cazzo; mi ha ricordato gli esordi della Nouvelle Vague francese e precisamente il Godard di "Fino all'ultimo respiro" e "Questa è la mia vita"......non cerco conferme, perchè non è che ci ho ragionato su. Si parla solo di senzazioni, associazioni libere....
Adios
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