Regia di Jesse Peretz vedi scheda film
Più che sua moglie Annie (Byrne), il vero amore di Duncan (O'Dowd) è la musica di Tucker Crowe (Hawke), un rocker che una ventina d'anni addietro aveva infilato un disco mozzafiato (quello che dà il titolo al film), diventato talmente leggendario al punto che Duncan stesso si è improvvisato curatore di un blog dove si discute animatamente del suo beniamino. Ormai entrato nel con d'ombra dell'oblio, Tucker vive nel garage che la sua ultima compagna gli ha lasciato usare con una certa benevolenza, cercando anche di stare vicino all'ultimo (Robertson) di una schiera di figli avuti dalle sue molte donne del passato. Caso vuole che la moglie di cui si diceva all'inizio entri in contatto con questa sorta di Salinger delle sette note, mentre il marito se l'è svignata con una collega. Rose e Tucker si danno appuntamento a Londra, ma proprio quando sembra che si vada sul più bello, Tucker ha un infarto.
Nick Hornby è uno dei romanzieri più tradotti sul grande schermo: da lavori più che riusciti come About a boy e Febbre a 90° a opere discutibilissime come Alta fedeltà e Slam. In Juliet Naked ritroviamo tutta la sua poetica: le ossessioni musicali, gli amori complicati, il rapporto ondivago tra genitori e figli, il gusto per la commedia romantica, la scrittura molto cinematografica fin dalla pagina scritta. L'americano Jesse Peretz (al suo attivo Quell'idiota di nostro fratello) si limita a un compito di minima, con un registro leggero, nel quale non mancano né le battute né qualche sorpresa.
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