Trama
Annie è la fidanzata (da tempo insofferente) di Duncan, un ossessivo fan del rocker Tucker Crowe. Quando viene editato un demo acustico registrato 25 anni prima da Tucker, l'occasione fornisce a tutti la possibilità di dare una svolta alle loro esistenze.
Approfondimento
JULIET, NAKED: AMORE E ARTE
Diretto da Jesse Peretz e sceneggiato da Evgenia Peretz, Jim Taylor e Tamara Jenkins, Juliet, Naked racconta la storia di Annie, la curatrice del piccolo museo della grigia cittadina balneare in cui è nata, che si rende conto che la sua vita è a un punto morto. Duncan, suo compagno da 15 anni, aspira a divenire il conoscitore più esperto al mondo del solitario cantautore americano Tucker Crowe e passa tutto il suo tempo libero a mantenere un sito web dedicato al rocker, oramai dimenticato dai più.
Crowe lasciò la carriera musicale quando era all'apice del successo e ora, da energico cinquantenne, vive nel garage della sua ex fidanzata a New York, dove cerca di rimediare ai passati fallimenti genitoriali dedicandosi a crescere il figlio. Quando Duncan riceve la versione demo da tempo perduta di un album molto apprezzato di Crowe (Juliet), si scatena una reazione a catena che cambierà le esistenze di tutti quanti. Mentre Duncan elogia l'album considerandolo un capolavoro, Annie a causa della frustrazione causata dall'ossessione per il musicista ne pubblica una recensione molto negativa, scatenando un conflitto di coppia senza precedenti.
La sorpresa maggiore per Annie arriva però quando inaspettatamente Crowe riesce a mettersi in contatto con lei per esprimerle il suo appoggio alla recensione. Tra i due ha così inizio una corrispondenza on line clandestina destinata a trasformarsi in altro.
Con la direzione della fotografia di Remi Adefarasin, le scenografie di Sarah Finlay, i costumi di Lindsay Pugh e le musiche di Nathan Larson, Juliet, Naked è tratto da un romanzo di Nick Horny, pubblicato nel 2009, in cui l'apprezzato scrittore ed ex critico musicale del New Yorker mescola romanticismo, disincanto e musica, raccontando di un musicista rock che vive oramai lontano dalle scene. "Una delle fonti di ispirazioni per il romanzo è stato un articolo su Vanity Fair su Sly Stone", ha spiegato lo scrittore. "Chi ha scritto il pezzo ha passato un lungo periodo a cercare di mettersi in contatto con lui, che sembrava scomparso dalla faccia della Terra. Un giorno, lo vide comparire a bordo di una motocicletta: deve essere un momento molto particolare quello in cui ti ritrovi a tu per tu con qualcuno che reputi scomparso e che improvvisamente riappare.
Un'altra fonte è stata invece una riflessione legata all'uso dei nuovi media. In un'epoca contrassegnata da internet, tenere in vivo il ricordo di qualcuno non è difficile: online puoi trovare sempre chi è disposto a condividere la tua stessa passione. Mi stupisce la facilità con cui i fan riescono a far comunità, un aspetto che in passato non esisteva. Anche il più discutibile degli idoli può trovare l'appoggio di centinaia di internauti che provengono da ogni latitudine del pianeta.
Come tutti sanno, non amo curare le sceneggiature tratte dai miei libri. E, sebbene sia centrato sulla musica, Juliet, Naked ha quasi una risposta a questa mia avversione. Ci si chiede infatti a chi appartenga l'arte dopo che questa è stata resa pubblica: all'autore o al pubblico? Sono convinto che l'arte abbia il significato che il pubblico vuole conferirle. L'artista, sebbene ne sia il fautore, non ha il diritto di imporre la sua interpretazione".
Il cast
A dirigere Juliet, Naked è Jesse Peretz, regista, sceneggiatore e produttore statunitense. Nato nel 1968, ha mosso i primi passi come bassista e membro fondatore della band The Lemonheads, da cui è uscito prima del successo con l'album It's a Shame About Ray. Dopo l'esperienza in campo musicale, ha cominciato a… Vedi tutto
Note
Da un romanzo di Nick Hornby.
Trailer
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Commenti (10) vedi tutti
Si potrebbe scrivere molto su questo film (molto paraculo, che, per carità, mi é piaciuto): si poteva approfondire, si poteva stigmatizzare il ruolo della "liquidità famigliare" banalizzata, si poteva... Invece va bene così, perché così dovrebbero essere, un certo tipo di commedie. Voto: 7 (sette).
commento di Roberto MorottiBel film. Davvero.
commento di DelfinoDelfinoIl versatile Hawke in un altro interessante ruolo. Ma il film poteva puntare maggiormente su equivoci e gelosia.
commento di moviemanUna commedia leggerina ma gradevole
leggi la recensione completa di catcarloPiù che un film, sembra la propaganda sullo sfascio della famiglia ai tempi di internet
commento di gruvierazLa propensione ad amare oltremisura divi del cinema, popstar, calciatori ecc. ci porta a non vedere ciò che di bello e tangibile abbiamo vicino. Quasi un racconto morale questa bella commedia da non farsi sfuggire.
leggi la recensione completa di starbookProprio bello!
commento di ndsUn buon prodotto, finanche riuscito considerati i tempi che corrono soprattutto sul versante commedia.
commento di monsieur opalsimpatica commedia anglo/americana che stenta un po' a partire, ma che nella sua parte centrale ha dei momenti esilaranti. nota: l'australiana Rose Byrne ha delle curiose somiglianze con Julie Delpy, che con Ethan Hawke ha realizzato il notevole trittico diretto da Richard Linklater.
commento di giovenostaLa produzione Apatow americanizza Hornby e finisce immancabilmente per banalizzarlo. Si va per una rigorosa (più o meno) trasposizione del romanzo, che però resta sterile. Film sufficiente, ma occasione persa per fare qualcosa di più.
leggi la recensione completa di silviodifede