Regia di Amir Naderi vedi scheda film
Autentico oggetto misterioso di una cinematografia che non è nè statunitense nè mediorientale nè globalizzata...forse semplicemente aliena. Un film fantasma nella storia del cinema di qualità. Surreale come un incubo, ma prezioso come un documentario, forte di carrellate e soggettive con cui Naderi esplora una città non sua, nonostante l'acclarato crogiuolo di culture fondante la Grande Mela tenderebbe, in teoria, a far sentire tutti a casa propria. L'odissea del protagonista si dipana fra angoscia ed ilarità, mentre viene usato da Naderi come vettore, o meglio come sonda, del sommerso di una civiltà: quella post-industriale dei brand scintillanti, delle insegne luminose, dei servizi, delle banche, delle icone riprodotte ovunque...ma anche della recessione, degli scioperi, dei barboni, dei ruderi suburbani, dei cortili abbandonati, del debito nazionale che sale ogni secondo...Film atmosferico, fra documento e metafora, come piace ai cineasti della gloriosa new wave iraniana, straniante, sospeso...a contribuire a questo effetto allucinatorio è la strepitosa colonna sonora che alterna malinconie jazz a fumose coltri elettroniche...la NY di Naderi, in certi comenti, pare uscita dall'apocalisse, desertificata come l'Iran post-terremoto...Un grande film, imperdibile, che ha tutte le qualità del grande cinema iraniano degli anni 90: spirito di osservazione, dialettica fra realtà e trasfigurazione, profondità di risvolti travestita da semplicità espositiva...Non dimenticherò mai la NY di Naderi...
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