Regia di Amir Naderi vedi scheda film
Se non fosse che è diurna potremo dire che è una sorta di remake del Fuori Orario di scorsesiana memoria.Oppure li possiamo considerare uno il positivo ,l'altro il negativo della stessa fotografia.L'odissea metropolitana diurna che coinvolge il protagonista alla ricerca di soldi per evitare di essere sfrattato è un annaspare continuo come quello di coloro che stanno affondando sotto il pelo dell'acqua e cercano di mettere fuori la testa alla ricerca dell'ultima bollicina d'aria.E'un viaggio nel ventre fetido di una New York senza alcun glamour,senza alcuna poesia,una fila lunga di caseggiati anonimi a mattoncini che sembrano una discarica a cielo aperto rispetto alle strade in della Manhattan del titolo piene di negozi in cui puoi entrare solo se hai il portafoglio ben gonfio.Qui siamo agli antipodi:siamo in un appartamento svuotato di tutto,in scrivanie impegnate per racimolare qualche spicciolo,siamo alla cupa disperazione perchè l'ancora di salvezza che si cerca ricorda il Godot della famosa commedia.Solo che qui il protagonista non lo attende ma lo cerca attivamente.Tutti lo hanno visto e nessuno sa come trovarlo.E quando ti sembra che la salvezza ce l'hai così vicina non arrivarci è ancora più annichilente.La cinepresa diventa semplice strumento per far conoscere la realtà,spesso Naderi lascia parlare il silenzio della metropoli rinunciando a dialoghi che sarebbero pleonastici:la New York inquadrata è la versione spettrale di quella immortalata nelle cartoline,il peregrinare continuo del protagonista serve solo per mostrare quello che nessuno vorrebbe vedere:un mondo di disperati,di sconfitti dalla vita,di derelitti che però non fanno statistica nella nazione più prospera del mondo.Ma un barlume di speranza c'è ancora....forse.
regia insolitamente ricca di suggestioni
aderente all'incubo
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