Regia di Harmony Korine vedi scheda film
Nella Florida delle stravaganze più sontuose e kitch, e dei vizi irrinunciabili in grado di tener sempre sopra le righe tutti coloro che hanno scoperto la formula per cavalcare con indolenza e completa noncuranza l'onda del bel vivere, seguiamo i percorsi deviati dall'eccesso alcico e da stupefacente allo stato gassoso, che segnano l'esistenza di uno scrittore un tempo considerato un genio.
Moondog è il suo nome, o comunque così egli è universalmente conosciuto sulla colorata piazza.
È un uomo affascinante, appena appesantito dagli eccessi che scandagliano le sue giornate trascorse tra i vizi di un bel vivere che ne ha annebbiato ogni ispirazione, un tempo probabilmente davvero genuina e forse anche geniale.
Astuto per essersi riuscito a trovare una moglie bella, ricca e tollerante, Moondog si trascina tra un party e il successivo, passando indenne attraverso la sontuosa festa di matrimonio della figlia, combinando una gaffes dietro l'altra, ma senza che la propria connaturata indolenza possa scalfirlo minimamente.
Coinvolto nell'incidente in cui perderà la vita la adorata pur fedifraga moglie, l'uomo sarà costretto a trovare quel residuo di ispirazione per meritarsi, e poi bruciarsi (letteralmente) la legittima di una cospicua eredità in bilico. Harmony Korine, autore di culto per molti adoranti spesso giovani proseliti, galvanizzati e sin irretiti ormai da anni per lo stile visivamente e stilisticamente molto partecipato e la dinamica narrativa con cui l'autore si dedica alla rappresentazione del delirio da stupefacenti ed altri eccessi alcolici, con The beach bum torna dopo 7 anni a rituffarsi nel medesimo, traviato mondo. Certo, stavolta la sua è una storiella che non permette molte altre riflessioni su quanto già sia stato detto e rappresentato nelle opere precedenti.
La storia continua e si trasferisce su personaggi più maturi, in coerenza col tempo trascorso. Stavolta però, la figura stordita dagli eccessi che finisce per rimbalzare addosso allo strabuzzante Matthew McConaughey, ricorda, non senza una certa ironia di fondo, il personaggio peggiore in cui sia potuto incappare il celebre attore nella sua lunga e globalmente assai valida carriera: si, il personaggio stracotto di Moondog, quasi sempre in vistosi abiti femminili sottratti alla ricca ed estrosa consorte (Isla Fisher) pare il gemello del micidiale, incurabile deficiente protagonista del devastante Surfer Dude, filmetto che segnò il punto più basso nella carriera della altrove carismatica star.
Si fatica davvero a comprendere quale genio, tutt'altro che incompreso, anzi osannato a furor di popolo anche dinanzi alla più scellerata delle sue mosse, si possa nascondere in questo pseudo surfista strafatto che pronuncia solo stupidaggini, condite da una esaltata euforia alcolica, ed appare incredibile e fastidiosa la condiscendenza con cui vengono unanimemente accolte le continue scellerataggini che lo accompagnano lungo il suo sballato procedere.
Si salva in parte, ed impedisce di classificare il film al pari di una ridanciana e fumata (oltre che fumosa) commedia qualunque incentrata sugli effetti del puro sballo, una certa ironia di fondo nel tratteggiare i dettagli inquietanti di una società alla deriva, che sembra di fatto qualcosa di molto simile agli eccessi anni '80 che cosi bene descrivono i comportamenti negli ambienti altolocati e stracotti dell'opera pseudo/finto-autobiografica di Brett Easton Ellis.
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