Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Una occasione persa; attingere da un fatto di cronaca nera così 'forte' per un'opera che alla fine così 'forte' non risulta.
Purtroppo mi ha deluso....
Un fatto di cronaca che ispira il regista ma che, liberamente e arbitrariamente, viene attualizzato e manipolato per diventare un 'unicum' evitando accuratamente (sarà poi un peccato cosi grave?) di girare una sorta di docufilm ricco di immagini gore esasperato e spiazzante come possono ben capire coloro che si sono documentati sulle vicende a tinte nerissime che riguardano il personaggio (vero) del Canaro.
Per risultare 'vendibili' non si può calcare la mano sulle atrocità perpetrate dal 'nano' (Davide-Marcello) contro il gigante (Golia-Simone) in un finale del film che sarebbe potuto essere così estremo che più estremo non si può (ma poi dimenticati Cannes) ma che alla fine si palesa per sembrare la vecchia storiella, trita e ritrita, dello sfigato vessato che infine si ribella e va 'tutto a schifio'.
L'Autore (con la a maiusola) deve rifuggire dal bieco exploitation infatti tranne rare eccezioni (vedi il Kubrick di Arancia meccanica e le opere più 'forti' di Cronenberg e Refn per citare le prime che mi vengono in mente) la parola d'ordine diventa: edulcorare!
Il mio animo buonista non può tuttavia stroncare un film che per forma e per coerenza (di Garrone che continua a descriverci un tessuto umano italiano ai margini, periferico, zozzo...) si lascia guardare e di cui si apprezza almeno un piglio professionale che merita il nostro rispetto con la riproposizione dei topoi cari al regista, qui ben delineati, della sottomissione e l'omosessualità latente, già presente nelle opere come 'Primo amore' e ‘L’imbalsamatore’;
mi aspettavo un pugno allo stomaco ed invece mi è rimasta impressa nella mente solamente la faccia confusa del bravissimo Marcello Fonte...
peccato
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta