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Dogman

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

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La recensione su Dogman

di steno79
9 stelle

Matteo Garrone si conferma con "Dogman" uno dei migliori registi italiani in circolazione. Fa piacere sentire di non essersi sbagliati quando salutai "Gomorra" come un capolavoro e uno dei più importanti film italiani del nuovo secolo. Garrone torna nel nuovo film al suo territorio prediletto, storie di poveracci che devono vedere come sbarcare il lunario fra mille difficoltà e un ambiente ostile dove la violenza regna sovrana, ma torna anche alla sua ambientazione prediletta, quella del Villaggio Coppola a Castel Volturno dove aveva già girato "L'imbalsamatore" e alcune scene di "Gomorra". "Dogman" è un film (neo) neorealistico, ma anche un evidente omaggio alla lezione pasoliniana, con il mite protagonista Marcello che mi ha ricordato soprattutto il protagonista di "La ricotta", Stracci, che moriva per indigestione mentre girava la scena della crocifissione come ladrone buono. Garrone si avvale di una sceneggiatura ben strutturata nel suo crescendo drammaturgico, essenziale ma allo stesso tempo precisa nel disegno dei caratteri, ma quel che fa compiere un salto di qualità al film è proprio la forza delle immagini, con una fotografia del danese Nicolaj Bruel capace di restituire con la luce piccole sfumature inedite dei personaggi e di un ambiente squallido e opprimente, rappresentato quasi sempre in maniera cupa e desolata. Per la direzione degli attori, anche qui Garrone si rifà esplicitamente al Neorealismo, con il protagonista Marcello Fonte premiato a Cannes diretto come in un film di Vittorio De Sica; adesso bisognerà vedere se questo interprete che qui risulta incredibilmente giusto per la parte riuscirà a proseguire una carriera successiva o sarà solo una meteora alla Lamberto Maggiorani. Oltre a Fonte, ottimo anche Edoardo Pesce nel ruolo di Simone, e buone prove dei caratteristi fra cui si rivede Adamo Dionisi che era stato lo sgradevole zingaro di "Suburra". E' un cinema impregnato di una religiosità laica, alla Pasolini? Personalmente direi di sì, anche se Garrone non sottolinea mai troppo questa dimensione, neppure nel finale onirico che risulta coerente con il percorso autodistruttivo del personaggio. Fa piacere che la critica italiana abbia salutato con molti elogi questo film di uno dei nostri maggiori talenti contemporanei, mentre la critica americana da Cannes è stata molto più riservata. E una menzione d'onore anche al sound design, come sempre fondamentale in Garrone e ricco di preziose integrazioni al contenuto delle immagini.

voto 9/10

Marcello Fonte

Dogman (2018): Marcello Fonte

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Ultimi commenti

  1. pippus
    di pippus

    Mi piace constatare come ogni recensione apporti qualche "sfumatura" e questa tua, che accosta il Marcello garroniano con lo Stracci pasoliniano, è particolarmente calzante.
    Un saluto Stefano.

    1. steno79
      di steno79

      Grazie Paolo, è sempre un grande piacere sentirti. Voglio lasciare un commento alla tua bellissima recensione e vengo subito a farlo, non per nulla è la più votata fino ad adesso

  2. maurizio73
    di maurizio73

    E' un neorealismo che si tinge di sfumature oniriche e dolenti; un simbolismo sociale e umano che lo accosta, come hai puntualmente sottolineato, più a Pasolini che al melodramma della miseria dell'Italia post bellica; anche se sempre di macerie si parla.

    1. steno79
      di steno79

      Ciao Maurizio, in questo film la filiazione pasoliniana è ancora più evidente che nelle opere precedenti, anche se Garrone visivamente ha un suo stile molto personale e oserei dire che sa costruire le immagini con altrettanto talento e bravura rispetto al maestro friulano, forse perfino di più, in ogni caso la lezione pasoliniana ha dato buoni frutti

  3. ezio
    di ezio

    lo hai descritto molto bene e ho visto accoglienze positive da quasi tutti i nostri utenti,grazie Stefano.

    1. steno79
      di steno79

      Grazie a te Ezio per l'apprezzamento delle mie recensioni

  4. Utente rimosso (bufera)
    di Utente rimosso (bufera)

    Bella rece Stefano ,con alcune argomentazioni del tutto originali. come il dubbio sul futuro attoriale di Fonte, il talento personale di Garrone, che rsccoglie ispirazioni ,ma se la cava benissimo da solo.

    1. steno79
      di steno79

      Grazie Anna, sarà interessante vedere questo nuovo attore che strada riuscirà a percorrere. Credo che qui sia stato molto bravo ma da come ho letto non è un attore vero quindi non ci scommetterei sul suo futuro da interprete perché si sa che il mondo del cinema verso questi attori improvvisati spesso è poco generoso ma potrei sbagliarmi.

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