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Dogman

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Dogman

di Furetto60
8 stelle

Notevole opera di Matteo Garrone. Cinema di grande qualità

Incipit d'impatto: un pit-bull ringhia contro gli altri cani, chiusi dentro le gabbie del negozio, atterriti, mentre un uomo cerca di rabbonirlo e pulirlo, è Marcello, che ha questo salone per cani e si occupa della loro toelettatura, li lava, li accudisce, li tratta con amore. Costui è un uomo mite e tranquillo, vive nella degradata periferia di Roma, in realtà è il litorale domizio, possiede questo salone “dogman”, collocato fra un "compro oro" e una sala biliardo. Ha una figlia di 10 anni, con la quale condivide la passione per le immersioni subacquee,abita in un lercio appartamento con il suo cane ed è separato dalla sua ex moglie. Marcello arrotonda le sue entrate, con un piccolo spaccio di cocaina e di tanto in tanto, fa anche da palo, per qualche piccolo furto in appartamento. Il quartiere nel frattempo è sotto scacco di un bullo, l'ex pugile Simoncino,un balordo che intimidisce, taglieggia e umilia i negozianti del quartiere, non ultimo proprio Marcello, che ne subisce le continue vessazioni. La situazione cambia, dopo una sparatoria in cui Simone era il bersaglio, mezzo mancato; Marcello lo soccorre e tra i due sembra si stabilisca un buon rapporto, tuttavia sbilanciato; Marcello remissivo,vive in una condizione di sudditanza psicologica, di fatto è soprattutto succube dell'ex pugile, ne patisce i suoi imprevedibili scatti d'ira, da “tossico” senza controllo e per quieto vivere lo asseconda e addirittura arriva a fargli da complice nelle "riscossioni"anche se usando metodi più gentili e indulgenti. Un giorno Simone obbliga il riottoso Marcello a lasciargli la chiave del negozio,per nascondersi nottetempo, bucare la parete e svuotare la cassaforte dell'attiguo “compro oro” pattuendo una successiva spartizione. Il colpo va a segno, ma ovviamente il primo indiziato è proprio Marcello e per quanto gli inquirenti cerchino di persuaderlo a collaborare,intuendo la dinamica del reato, lui non lo “canta”e si fa la galera al posto di Simone. All'uscita del carcere, dopo un anno di reclusione, reclama la sua “parte” ma Simoncino lo sbeffeggia e non gli dà niente, a questo punto nella mente di Marcello qualcosa si rompe e comincia a meditare una resa dei conti. Come negli altri film di Garrone, “Dogman” è un film che si sviluppa in profondità: il protagonista scivola rovinosamente, in un vortice di lucida pazzia, fino a sovrapporre la realtà con le proprie ossessioni.

La storia del film si ispira liberamente alla vicenda di Pietro De Negri, meglio conosciuto come “Er Canaro,” protagonista di uno dei fatti di cronaca più inquietanti dell’Italia del dopoguerra. Nel 1988  divenne tristemente famoso per l’omicidio dell’ex pugile dilettante Giancarlo Ricci. Come nella pellicola, i due avevano commesso una rapina insieme, ma a finire in carcere fu solo De Negri, mentre il Ricci aveva dilapidato il bottino, lasciando il complice con un palmo di naso. De Negri lo attirò nel proprio negozio e lo torturò fino a farlo morire; l'assassino fu presto individuato e confessò l’omicidio senza manifestare segno di pentimento, nel 2005 tornò in libertà, rifiutando ogni intervista. Dogman, nono film di Matteo Garrone per la quarta volta in concorso al Festival di Cannes, è un'altra favola nera della sua carriera,costellata quasi sempre dal racconto di storie “estreme”, in cui i personaggi agiscono dentro una cornice tetra, un'atmosfera “malsana” “sospesa”. Garrone si prende parecchie libertà rispetto alla cronaca di questa faccenda; le vicende narrate dal regista  non ricalcano pedissequamente i fatti, come lo stesso ha dichiarato, ma si spostano su un’intrigante esplorazione dell’animo umano. L'apparente metamorfosi del protagonista, non è sorprendente, Marcello subisce tante, troppe angherie, per troppo tempo, viene dileggiato e soprattutto truffato, poi viene abbandonato da tutti i suoi vecchi amici e conoscenti, allontanato dalla figlia,si ritrova completamente solo, perde tutti i suoi riferimenti; è questa sensazione di smarrimento, che lo induce a reclamare la sua giustizia; comunque si spinge ad uccidere Simoncino, quasi per caso,spinto da un risentimento legittimo, vorrebbe solo dargli una lezione, ma poi la situazione gli sfugge di mano e si trasforma in un delirante giustiziere. Il contesto dentro cui si svolgono gli eventi, è di somma importanza nell'economia del racconto: un desolato paesaggio suburbano squallido e fatiscente, tra costruzioni diroccate e spaccati di natura abbandonati. "Dogman" è un prodotto cinematografico decisamente “tosto” non solo per la violenza che, soprattutto nel finale, lo attraversa, ma anche per il tono angosciante e l'atmosfera plumbea in cui è immersa la vicenda e però è innegabile che Garrone sappia usare il mezzo cinematografico con maestria e sappia proporre suggestive sequenze di buon cinema. E'un cineasta originale,che sperimenta molto e fa centro quasi sempre.Da sottolineare con matita blu,l'ottima interpretazione di Marcello Fonte. Film da vedere, assolutamente

 

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