Regia di Lello Arena vedi scheda film
Una coppia di napoletani si sposa, ma subito dopo perde il posto di lavoro. Che fare? Emigrare in Germania, per far danni anche là.
"Se Maometto non va alla montagna, si vede che ci piace o' mare": questo è il livello delle battute del film, un prodotto francamente incomprensibile nel quale si ritrova coinvolto il duo Arteteca, noto per alcune partecipazioni televisive e composto da Monica Lima ed Enzo Iuppariello. Di incomprensibile c'è l'uscita penalizzante a fine gennaio: dati i toni, la leggerezza (inconsistenza?) e l'ambientazione natalizia fondamentale nella seconda parte della pellicola, sarebbe di sicuro stata più opportuna una collocazione in fascia prefestiva, un mesetto prima insomma; ma anche l'idea di dare un sequel a Vita, cuore, battito (Sergio Colabona, 2016) è già di suo difficile a comprendersi, così come è assolutamente discutibile il canovaccio attorno a cui ruota l'intero lavoro: ma qui le ragioni vanno ricercate in una ben più preoccupante crisi di fondo del cinema nostrano. Questa idea secondo la quale va immediatamente lanciato sul grande schermo (quasi) qualsiasi comico che abbia riscosso un minimo successo televisivo ha portato alla realizzazione di decine di film raffazzonati, scarsi sul piano delle idee e approssimativi su quello della confezione; a tale regola purtroppo non sfugge Finalmente sposi. Dispiace per gli Arteteca, cui non mancano verve e affiatamento, e dispiace per Lello Arena, che torna con questo titolo alla regia a trent'anni (!) tondi di distanza dall'esordio con Chiari di luna (1988). Di Cino Ceruti e Nando Mormone la sceneggiatura; fra gli altri interpreti troviamo Sergio Friscia, Nunzia Schiano, Salvatore Misticone e l'appena citato Ceruti. 2,5/10.
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