Trama
Nel 2000 il sottomarino russo K-141 Kursk va incontro a un disastro senza precedenti che la negligenza del governo non è in grado di gestire. Mentre i marinai lottano per la loro sopravvivenza, i familiari sono costretti a fronteggiare disperatamente gli ostacoli politici e burocratici, tentando l'impossibile per salvare i propri cari.
Approfondimento
KURSK: UNA TRAGEDIA INTERNAZIONALE, MILITARE E FAMIGLIARE
Diretto da Thomas Vinterberg e sceneggiato da Robert Rodat, Kursk è inspirato alla tragica vera storia del K-141 Kursk, un sottomarino a propulsione nucleare della flotta russa che affondò nel Mare di Barents nell'agosto del 2000. In particolar modo, il film fa il punto su come, mentre i 23 marinai combattevano per la sopravvivenza a bordo del mezzo, le loro famiglie a terra lottavano disperatamente contro gli ostacoli della burocrazia e le scarse probabilità di salvare le vite dei loro cari.
Con la direzione della fotografia di Anthony Dod Mantle, le scenografie di Thierry Flamand, i costumi di Catherine Marchand, le musiche di Alexandre Desplat e la produzione esecutiva tra gli altri di Luc Besson, Kursk trae spunto da A Time to Die: The untold Story of the Kursk Tragedy, libro scritto dal giornalista Robert Moore che, in maniera scrupolosa, prende in esame le ultime ore dei marinai a bordo del Kursk e tutte le prove sul caso. Era il 10 agosto del 2000 quando il Kursk, un sottomarino grande quanto due jumbo jet e più di due campi da calcio considerato l'orgoglio inaffondabile della Flotta russa del Nord, cominciò un'esercitazione navale (la prima in un decennio) con il coinvolgimento di 30 navi e altri due sottomarini. Due giorni dopo, due esplosioni interne, così forti da essere registrate dai sismografi dell'Alaska, spinsero il mezzo in fondo alle acque artiche del mare di Barents. Secondo le ricostruzioni ufficiali, almeno 23 dei 118 marinai a bordo sopravvissero alle esplosioni rimanendo nei successivi nove giorni al centro dell'attenzione mediatica di tutto il mondo. I tentativi di salvataggio furono però controversi, si sollevarono molte polemiche soprattutto internazionali e ogni aiuto che provenisse dall'estero venne rifiutato dalla Russia, condannando per sempre il destino di chi era ancora in vita e dei loro famigliari.
"Nello scrivere la sceneggiatura di Kursk, Robert Rodat ha fatto affidamento al meticoloso lavoro del giornalista Robert Moore e ha ottenuto anche il supporto del commodoro David Russell, che guidava la flotta navale inglese che mise in atto il tentativo di salvataggio dei componenti dell'equipaggio del Kursk", ha raccontato il regista. "Gli eventi descritti, seppur con qualche libertà narrativa, sono realmente accaduti e forniscono un punto di vista sulla vicenda che tenta di rimanere obiettivo. Conoscevo a grandi linee la tragedia del sottomarino ma ricordo benissimo il clamore mediatico della vicenda.
Ho letto la sceneggiatura di Rodat grazie al suggerimento dell'attore Matthias Schoenarts, con cui ho lavorato in passato. Colpito dai temi politici in gioco e dalla bella storia d'amore che fa da filo conduttore, ho accettato di dirigere il film e di soffermarmi sul coraggio di chi è chiamato a confrontarsi con il dire per sempre addio ai propri cari, vedendoli morire minuto dopo minuto. Nessuno sa con certezza cosa sia accaduto negli ultimi istanti dentro al sottomarino. Sappiamo però che sono tutti morti e che 71 bambini sono rimasti senza un padre".
Il cast
A dirigere Kursk è Thomas Vinterberg, regista e sceneggiatore danese. Nato a Copenaghen nel 1969 e famoso per essere uno dei fondatori del movimento cinematografico Dogma 95, Vinterberg si è laureato alla National Film School di Danimarca con un cortometraggio che ha poi fatto il giro del mondo, ricevendo diversi… Vedi tutto
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Commenti (7) vedi tutti
Film drammatico, regia e cast di un buon livello, una storia vera, script coinvolgente, voto 7
commento di nicelady55I russi brutti e cattivi, gli occidentali bravi e buoni. Vi siete arruolati? Cavoli vostri. In realtà i marinai, dopo l'esplosione, sopravvissero solo 6 ore a causa della mancanza di ossigeno.
commento di gruvierazDiscreto blockbuster su una tragedia realmente accaduta, diretto dal danese Vinterberg prima del pluripremiato “Another Round”. Un film drammatico, teso, toccante, che, pur mancando di un maggior vigore estetico e narrativo, sa muoversi efficacemente nei limiti delle convenzioni tra denuncia politica, scene spettacolari e introspezione psicologica.
commento di Antonio_MontefalconeLa tragedia emblematica del sottomarino russo è il pretesto per cavalcare l'onda lunga dello sfacelo di un ex impero ormai agli sgoccioli ed evocare l'efficientismo solidale della sponda europea dell'alleanza atlantica. Catastrofismo convenzionale e melodramma ricattatorio non rendono giustizia al gusto amaro delle ingiustizie della Storia.
commento di maurizio73E' proprio vero che il mondo si divide in due categorie. Quelli che creano problemi e quelli che li risolvono. Purtroppo a volte i due mondi non dialogano. Il film analizza questa incapacità di comprensione e visione duale tra la burocrazia stupida e bieca della politica, in questo caso russa, ma diremmo globale in quanto a guerre e militarizzazion
leggi la recensione completa di gaiartUn regista che viene dalla sperimentazioni di Dogma racconta, grazie ad un cast internazionale, il noto dramma del sottomarino russo nello stile più convenzionale, classico e spettacolare possibile, ma tuttavia riesce a coinvolgere ed emozionare il pubblico.
leggi la recensione completa di port crosLa tensione claustrofobica ben costruita nella scena delle esplosioni e nelle successive ambientate in fondo al mare (bellissima quella con in due uomini in apnea) tende a smorzarsi ogni volta che la telecamera riemerge.
leggi la recensione completa di pazuzu